Turismo delle Radici, chiude in bellezza prima edizione del Festival dedicato ai Borghi

Castel di Tora, uno tra i Borghi più belli d'Italia nel Lazio.


MADRID. – La prima edizione del Festival delle Radici, ideato ed organizzato dalla Glocal Think, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale (un progetto itinerante, innovativo e sostenibile, mirato a celebrare le tradizioni culturali locali e promuovere inclusione delle comunità residenti) si è conclusa oggi a Roma con le attese premiazioni, che hanno coinvolto numerosi Comuni e associazioni delle tre regione interessate da questa edizione, ovvero Campania, Lazio e Trentino-Alto Adige.

Tutti gli attori coinvolti hanno voluto raccontare la forza dei piccoli comuni, evidenziandone storia, tradizioni e prospettive di crescita futura di questi territori. L’intento, infatti, è quello di proiettare tali località verso un domani sostenibile. “È stata una giornata emozionante, intensa. Abbiamo avuto la sala piena, molti Comuni, amministrazioni, associazioni, scuole e imprese, che hanno partecipato attivamente al Festival delle Radici” ha spiegato Emanuela Sica, direttrice artistica del Festival delle Radici.

“Abbiamo voluto celebrare questo momento non soltanto riassumendo quello che è stato il Festival delle Radici – ha proseguito Sica – ma anche dando un premio, un riconoscimento a chi ha creduto nel progetto, a chi si è impegnato attivamente e a chi ha dato la possibilità di fare quelle tappe speciali lungo lo stivale”.

Il Festival delle Radici è un progetto itinerante, innovativo e sostenibile, mirato a celebrare le tradizioni culturali locali, promuovere inclusione delle comunità residenti e creare, nell’anno delle radici italiane, un abbraccio concreto e duraturo con le comunità italiane estere. Ogni tappa porta con sé la volontà di ascoltare le esigenze delle Comunità ed offrire soluzioni per uno sviluppo locale sostenibile tanto che, spiega Vincenzo Castaldo, presidente di Glocal Think “proviamo a non parlare di aree interne ma di aree ‘di rigenerazione’. Stiamo disseminando sul territorio questo messaggio – Il Festival è uno strumento attivo per raccogliere le esigenze di questi territori che sono territori che necessitano di essere ‘rigenerati’ e risollevati”.

Un po’ gli stessi obiettivi perpetrati dal progetto Italea del Ministero degli Affari esteri in occasione dell’anno del Turismo delle Radici, che si è celebrato nel 2024 ma che vede i suoi effetti e le sue iniziative propagarsi anche per l’anno in corso. “Creare una sinergia a livello nazionale tra diversi gruppi che sono interessati nella promozione del segmento del turismo delle Radici – ha spiegato Giovanni Maria De Vita, direttore generale per gli Italiani all’estero della Farnesina e responsabile del progetto Italea – è stato uno dei nostri primi obiettivi”: al punto che tra i premiati di oggi figurano anche i gruppi regionali di Italea Trentino-Alto Adige e Italea Campania.

“Tramite la rete dei nostri 20 gruppi Italea siamo riusciti a portare all’attenzione l’importanza delle comunità italiane nel mondo: si tratta di portare 80 milioni di persone in Italia a visitare i luoghi dai quali sono partiti i propri antenati, l’occasione per rivitalizzare questi centri: ora stiamo interloquendo su come mantenere alta l’attenzione sulle tradizioni, il dialetto, ma anche le produzioni locali anche nel futuro” spiega De Vita.

Toni Ricciardi, deputato del Pd eletto all’estero, che ha portato l’iniziativa a Montecitorio, assicura di aver seguito con grande attenzione “il lavoro che è stato svolto in giro per il Paese; perché questo è un progetto nazionale che ha l’obiettivo di immaginare programmi di sviluppo per le realtà del margine e dell’ultra-margine. Un progetto “itinerante, innovativo, sostenibile per promuovere l’inclusione delle comunità residenti e creare un rapporto concreto e duraturo con le comunità italiane estere.

Noi dobbiamo promuovere la cultura delle radici perché è uno strumento fondamentale per creare sviluppo locale, nuove opportunità economiche e consapevolezza culturale. Oggi dobbiamo impedire la desertificazione sociale ed economica delle aree interne del Paese anche attraverso un turismo responsabile nel rispetto dei luoghi e delle persone, mettendo in rete il lavoro di istituzioni, associazioni e imprese”.

(Redazione)

Lascia un commento