Fusione Nucleare in Ambasciata, un evento che ha riunito ricercatori italiani e spagnoli


Nel suo intervento d’apertura dell’incontro, l’Ambasciatore Giuseppe Buccino ha sottolineato l’importanza del “protocollo di intesa sulla ricerca di base tra Italia e Spagna, firmato lo scorso anno”


MADRID – “Una fonte di energia abbondante, sicura, accessibile e rispettosa dell’ambiente”. Così l’Ambasciatore d’Italia in Spagna, Giuseppe Buccino, ha definito la fusione nucleare che, facendosi eco di quanto sostengono gli esperti in materia, consentirebbe di “limitare gli effetti del cambiamento climatico che così tanto affligge i nostri paesi.” Nel suo breve intervento d’apertura dell’incontro “Fusione Nucleare, Prospettive e Sfide per la Decarbonizzazione del Pianeta”, che ha avuto per protagonisti ricercatori, cattedratici, ed esponenti del mondo istituzionale e privato, l’Ambasciatore Buccino ha sottolineato l’importanza della “menzione esplicita della Fusione Nucleare in un protocollo di intesa sulla ricerca di base tra Italia e Spagna, firmato lo scorso anno”, e messo in evidenza “il forte interesse italiano per un grande laboratorio internazionale in costruzione a Granada, dove saranno studiati materiali da impiegare nei futuri reattori”.

Teresa Estrada, responsabile della “División de Operación” del CIEMAT e l’Addetto Scientifico, Sergio Scopetta

L’evento, distribuito in tre “panel”, è stato sapientemente moderato da Sergio Scopetta, fisico nucleare, ricercatore e docente prestato alla diplomazia, responsabile dell’Ufficio Scientifico della nostra Ambasciata. In primo piano, quindi, quella che in molti considerano già l’energia del futuro e che dovrebbe permettere definitivamente di spegnere i reattori nucleari a fissione che producono scorie radioattive, che devono essere controllate e stoccate. I reattori, inoltre, sono potenzialmente distruttivi in caso di incidenti come quelli di Cernobyl e di Fukushima.

Tra i partecipanti all’evento, al quale ha assistito un nutrito numero di ricercatori: Paola Batistoni (Responsabile del Settore Fusione dell’ENEA), Carlos Hidalgo (Direttore del Laboratorio Nazionale di Fusione del CIEMAT), Pedro Velarde (Professore alla Universidad Politécnica di Madrid), Francesco Romanelli (consorzio DTT a Frascati), Ángel Ibarra (IFMIF-DONES a Granada), Francesca Ferrazza (responsabile dell’unità Magnetic Fusion Initiatives di ENI), Marc Lachaise (direttore dell’Agenzia Europea “Fusion for Energy”), e Stefano Fabris (Direttore dell’Area Fisica del CIEMAT).

David Rapisarda, direttore della “División Tecnológica de Fusión”, con i ricercatori invitati a visitare il Laboratorio Nazionale di Fusione del CIEMAT
David Rapisarda, direttore della “División Tecnológica de Fusión”, con i ricercatori invitati a visitare il Laboratorio Nazionale di Fusione del CIEMAT

Al mattino seguente, rispondendo ad un invito del direttore del CIEMAT, alcuni partecipanti all’evento, accompagnati dall’Addetto Scientifico, Sergio Scopetta, hanno visitato il Laboratorio Nazionale di Fusione. Teresa Estrada, responsabile della “División de Operación”, ha mostrato il TOKAMAK, la “Camera Toroidale magnetica” al cui interno avviene la fusione termonucleare controllata, ha spiegato i vari componenti del reattore nucleare a fusione e risposto alle domande degli invitati. Dal canto loro, David Rapisarda, direttore della “División Tecnológica de Fusión” e Gianluca D’Ovidio, ingegnere nucleare, hanno mostrato il Laboratorio Nazionale di Fusione del CIEMAT, spiegando nel dettaglio le sue peculiarità.

Redazione Madrid

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