Mentre la guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti si inasprisce, Pechino rilancia un’alleanza strategica con l’Unione Europea. Xi Jinping propone un’azione congiunta per difendere la globalizzazione e contrastare l’unilateralismo di Trump.
MADRID. – Nel pieno dell’escalation commerciale tra Cina e Stati Uniti, il presidente cinese Xi Jinping lancia un messaggio chiaro all’Unione Europea: creare un fronte comune contro le “prepotenze unilaterali” americane. Parole forti, pronunciate durante l’incontro a Pechino con il premier spagnolo Pedro Sanchez, che segnano una svolta nei rapporti internazionali e delineano una nuova possibile alleanza sull’asse Eurasia.
“La Cina considera l’Ue come una delle componenti essenziali di un mondo multipolare”, ha dichiarato Xi, definendo l’Europa una “partner fondamentale per la pace, la crescita, le riforme e la civiltà”. Il presidente ha poi sottolineato che Pechino e Bruxelles, entrambe promotrici del libero scambio e della globalizzazione, devono “opporsi congiuntamente agli atti di prepotenza unilaterale, difendere l’equità e il rispetto delle regole internazionali”.
Il contesto è quello di un conflitto commerciale sempre più acceso. Dopo che Washington ha alzato i dazi sulle importazioni cinesi al 145%, Pechino ha risposto portando le proprie tariffe sui beni americani al 125%. Una misura che entrerà in vigore domani e che, secondo la Commissione Affari Doganali cinese, rappresenta l’ultima ritorsione. “Non reagiremo oltre – si legge nella nota ufficiale – la guerra dei dazi è ormai solo un gioco di numeri”.
Ma se la linea di Pechino verso Washington resta dura, con l’apertura all’Europa si profila una strategia di lungo periodo. Xi ha colto l’occasione per rafforzare il dialogo con Bruxelles e proporre una cooperazione più stretta in settori strategici come le energie rinnovabili, la manifattura avanzata e le città intelligenti.
Non si tratta solo di parole. Secondo fonti citate dal South China Morning Post, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa sarebbero pronti a recarsi in Cina a luglio per un secondo vertice Ue-Cina. Un incontro che, rompendo la consuetudine della rotazione geografica, si svolgerebbe a Pechino per volere dello stesso Xi, restio a viaggiare nel 2025.
Nel frattempo, i contatti bilaterali si intensificano. Nei giorni scorsi la von der Leyen ha avuto un colloquio con il premier cinese Li Qiang, mentre il commissario al Commercio europeo Maros Sefcovic ha parlato con il ministro cinese Wang Wentao. Tra i temi discussi, la gestione dei flussi commerciali e la preoccupazione per una possibile invasione di prodotti cinesi a basso costo dirottati sul mercato europeo a causa delle barriere statunitensi.
“L’Europa teme di diventare la valvola di sfogo dell’eccesso di produzione cinese”, ha spiegato una fonte diplomatica europea. Ma al tempo stesso, si fa strada la consapevolezza che l’isolazionismo americano possa rappresentare un’opportunità per ridefinire gli equilibri globali. E su questo Xi insiste: “Opporsi al mondo significa isolarsi”.
Il messaggio è chiaro: Pechino vuole un’Europa più autonoma da Washington e pronta a condividere con la Cina la responsabilità della stabilità globale. “La solidarietà tra Paesi – ha detto Xi – è l’unico modo per affrontare rischi e sfide in un mondo in rapido cambiamento”.
L’Europa, dal canto suo, sembra voler accettare il dialogo, pur mantenendo una certa cautela. La Commissione Europea ha ribadito il suo impegno nel monitorare gli effetti dei dazi americani e ha avviato negoziati per evitare squilibri sul mercato automobilistico. Ma le parole di Xi – forti, dirette e strategiche – mettono Bruxelles di fronte a una scelta: rafforzare il legame con un partner storico come gli Stati Uniti o esplorare una nuova alleanza orientale, fondata su interessi economici convergenti e visioni geopolitiche alternative.
Infine, la Cina ha annunciato un ricorso formale all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) contro le misure americane. Un atto che mira a riaffermare il proprio ruolo nel sistema multilaterale e a contrastare l’idea di un commercio globale dominato dalla forza.
Con l’Europa pronta a volare a Pechino e gli Stati Uniti sempre più isolati nelle loro scelte unilaterali, il 2025 potrebbe segnare una nuova fase nelle relazioni internazionali. Xi ha tracciato la rotta: ora spetta all’Ue decidere se seguirla.