La guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina scuote i mercati valutari. La presidente della BCE frena: “Nessun obiettivo sul cambio, ma seguiamo gli sviluppi”
MADRID. – Continua la discesa del dollaro sui mercati internazionali. Complice l’escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, la moneta statunitense ha toccato oggi nuovi minimi, con l’euro che ha sfondato la soglia psicologica di 1,14, arrivando a un massimo intraday di 1,147: livelli che non si vedevano da oltre tre anni.
A far crollare il biglietto verde è stata la risposta di Pechino all’ultima stretta tariffaria dell’amministrazione Trump. Dopo che Washington ha alzato i dazi al 145%, la Cina ha replicato portando le proprie tariffe ritorsive al 125%, alimentando ulteriormente l’instabilità sui mercati valutari e finanziari.
In questo contesto si è espressa Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, nel corso della conferenza stampa seguita all’Eurogruppo tenutosi a Varsavia. “Alla BCE non abbiamo obiettivi sul tasso di cambio – ha dichiarato – ma monitoriamo con attenzione gli sviluppi, viste le potenziali ricadute sull’inflazione”. Una posizione prudente e in linea con la tradizione dell’istituzione di Francoforte.
Lagarde ha evitato di commentare le speculazioni secondo cui la Federal Reserve potrebbe intervenire sui mercati per arginare le turbolenze. “C’è un dialogo regolare tra banchieri centrali, ma se fossi a conoscenza di decisioni come quelle che mi chiedete, non ve lo direi”, ha replicato con tono ironico.
La situazione resta fluida, ma il rafforzamento dell’euro e l’indebolimento del dollaro promettono di avere effetti a catena su commercio, inflazione e politiche monetarie nei prossimi mesi.