Confermata la decisione del magistrato Llarena, nessuna amnistia per Carles Puigdemont

Il leader catalano Carles Puigdemont.
Il leader catalano Carles Puigdemont

MADRID – Nessuna amnistia per Carles Puigdemont. La Corte d’Appello della Corte Suprema ha confermato la decisione del magistrato Pablo Llarena. Il verdetto del giudice, quindi, resta inalterato: la legge di amnistia non è applicabile al reato di malversazione che si attribuisce all’ex presidente della Generalitat.

“La sentenza della Corte Suprema di respingere l’applicazione della legge sull’amnistia – ha scritto Puigdemont su ‘X’ – non è una sorpresa, né nella sostanza né nella forma. La decisione conferma l’atteggiamento di ribellione contro il Potere Legislativo e i capricci di fronte a una legge che a loro non piace e che li porta ad alterare l’interpretazione di un presunto reato di appropriazione indebita”.

Con questa risoluzione, la Corte, che tra l’altro respinge i ricorsi inoltrati dall’Avvocatura dello Stato, dal Ministero Pubblico, da Vox e dalle difese di Puigdemont e dell’ex assessore Antonio Comín, considera che la risoluzione del giudice Llarena non contravvenga allo spirito del legislatore. 

La Corte sostiene che la nozione di “beneficio personale di carattere patrimoniale” non esclude l’aumento degli attivi e la preservazione del patrimonio, evitando che il passivo aumenti a causa dell’assunzione illecita  di obblighi con fondi pubblici. Il Tribunale precisa che “un soggetto si avvantaggia patrimonialmente quando nella sostanza il suo patrimonio aumenta ma anche quando il suo patrimonio non diminuisce”. Per il Tribunale, dunque, gli indagati, Puigdemont incluso, si sarebbero avvantaggiati patrimonialmente. Detto in altre parole, avrebbero promosso un progetto illecito con denaro pubblico e proteggendo il proprio.

La Corte Suprema, poi, ritiene che sia inammissibile sollevare una “questione di incostituzionalità” davanti alla Corte Costituzionale e considera altresì improbabile che si possa porre una “questione pregiudiziale”, davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

La reazione dell’ex presidente della Generalitat, profugo della giustizia, non si è fatta attendere. Sul suo account in “X”, oltre a ritenere che la decisione rappresenta una “ribellione contro il legislativo”, ha criticato l’attuale presidente della Catalogna, Salvador Illa, per la sua partecipazione a manifestazioni contro l’indipendenza della regione e si spinge a suggerire una sua complicità nel rifiuto dell’amnistia.

Il leader di Junts reputa che la sentenza riflette un’interpretazione  sbagliata della legge e che vi sia una mancata competenza nella parte più importante della sentenza. 

Redazione Madrid

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