La vicepresidente ha espresso dubbi sull’efficacia della spesa per la difesa se non si garantisce prima “un modello di sicurezza europeo autonomo che tuteli i diritti sociali e promuova la pace”
MADRID – Le preoccupazioni della vicepresidente e ministra del Lavoro, Yolanda Díaz, non si sono dileguate nonostante le parole rassicuranti del presidente del Governo, Pedro Sánchez. L’incontro tra i leader del PSOE e di Sumar è durato circa due ore. E, stando al Governo, si sarebbero svolte in un clima di collaborazione e cordialità. Sia il presidente Sánchez sia la vicepresidente Díaz hanno ritenuto necessario conversare alla vigilia del conclave che vedrà protagonisti i principali leader politici dell’Unione Europea.
Il premier ha cercato di convincere la sua vicepresidente che l’incremento della spesa per la difesa non avrà ripercussioni sul budget destinato alla spesa sociale. Ha assicurato che “in nessun modo l’accelerazione delle previsioni… comprometterà le risorse destinate alla spesa sociale”.
In un comunicato, la vicepresidente Díaz ha ribadito, addolcendo i toni, quanto già espresso anche da altri esponenti di Sumar. Innanzitutto, ha manifestato preoccupazioni per i riflessi che un incremento della spesa militare potrebbe avere sulle disponibilità riservate all’ambito sociale. E poi ha espresso dubbi sull’efficacia della spesa per la difesa se non si garantisce prima “un modello di sicurezza europeo autonomo che tuteli i diritti sociali e promuova la pace”.
La vicepresidente, sempre nel comunicato diffuso dopo l’incontro con il premier, ha espresso dubbi anche sull’efficacia dell’incremento della spesa militare dei singoli Stati se non si superano “i problemi di coordinamento e di mancanza di interoperabilità delle Forze Armate” nell’Unione Europea. La leader di Sumar ha sottolineato che l’incremento della spesa militare “non garantisce una maggiore autonomia strategica, né maggiori quote di sicurezza condivisa” se manca un approccio collettivo e strategico alla difesa.
Giovedì, il presidente Sánchez, come annunciato, incontrerà tutti i leader dei gruppi parlamentari, ad eccezione di quello di Vox. Informerà gli esponenti politici su quanto discusso negli incontri a Bruxelles e ascolterà quanto avranno da dire. Il 28 marzo, poi, è previsto l’intervento in Parlamento per illustrare il nuovo contesto politico che si delinea nell’Unione Europea e il ruolo che toccherà alla Spagna.
Nel corso del lungo colloquio, il premier e la vicepresidente hanno manifestato omogeneità di vedute sull’importanza di avanzare nella ricerca della pace in Ucraina. Si sono impegnati a continuare a lavorare su una proposta di pace.
Esther Peña, portavoce del PSOE, nel commentare l’incontro tra il premier e la sua vicepresidente, ha detto di non dubitare che si possa raggiungere un accordo poiché i due partiti, PSOE E Sumar, coincidono nell’idea che “investire nella difesa è investire nella democrazia”. Restano, invece, le differenze in materia di tassazione del salario minimo e la riduzione dell’orario di lavoro.
Per i paesi dell’Unione Europea, dopo l’inversione di rotta degli Stati Uniti, fino a ieri alleato principale nell’ambito militare e socio economico preminente, si apre una nuova sfida che non può essere ormai solo e unicamente a lungo termine poiché i problemi sono immediati.
Redazione Madrid