Dopo la denuncia dei socialisti, presso la Procura Generale dello Stato, sono state avviate le indagini
MADRID – Il partito di estrema destra, Vox, è indagato dalla Procura Anticorruzione. Negli ultimi anni, sarebbe stato finanziato irregolarmente attraverso donazioni avvenute con metodi poco trasparenti. A segnalare il partito di Santiago Abascal è stato il PSOE. Dopo la denuncia dei socialisti, presso la Procura Generale dello Stato, sono state avviate le indagini. Del caso, trasferito alla Procura anticorruzione, è stato incaricato il Procuratore capo, Alejandro Luzón, che dovrà far luce sull’ “affaire politico”.
Il Procuratore capo, ora, dovrà indagare sia sulla fonte dei finanziamenti, sia sui metodi ritenuti poco trasparenti e poco legali, sia sul denaro che potrebbe provenire da enti pubblici di altre nazioni. Nella sua denuncia, il PSOE sostiene che dal 2020 in avanti, Vox, per il suo finanziamento, rastrella denaro attraverso la vendita di “merchandising”. Ciò sarebbe illegale e prefigurerebbe un reato.
Per il PSOE, che calcola attorno ai 5 milioni di euro il denaro ottenuto dal “merchandising”, Vox sarebbe colpevole anche di avere una contabilità non adeguata alla registrazione di donazioni anonime. La Corte dei Conti aveva già reso noto che la registrazione dei fondi realizzata da Vox non solo è poco trasparente ma rende difficile anche identificare la provenienza del denaro.
La denuncia, tra l’altro, indica anche l’esistenza di comportamenti non allineati con la Legge sul Finanziamento dei partiti, dai quali potrebbero derivare responsabilità amministrative ed anche penali. Sarà compito della Procura anticorruzione, ora, indagare sull’origine delle donazioni. E se queste sono usate per la creazione di “fondi non contabilizzati”. In ultimo, dovrà anche indagare se tra i donanti ci siano enti proibiti.
Secondo la denuncia in questione, Vox avrebbe ricevuto un prestito di circa 6,5 milioni di euro da MBH Bank Nyrt. Questo è un istituto finanziario collegato al premier ungherese, Victor Orbán. I socialisti insistono che sono milioni di euro ottenuti da un ente finanziario pubblico straniero. C’è anche il sospetto che questo denaro, o parte di esso, possa risalire a un magnate assai vicino a Viktor Orbán; un magnate che da anni finanzia l’estrema destra internazionale.
Redazione Madrid