Sánchez si impegna ad aumentare la spesa militare

Il presidente del Governo, Pedro Sánchez


L’incremento sarà progressivo fino a raggiungere il 2 per cento del Prodotto Interno Lordo prima del 2029


MADRID

– La spesa militare aumenterà. È l’impegno preso dal presidente del Governo, Pedro Sánchez. L’incremento sarà progressivo fino a raggiungere il 2 per cento del Prodotto Interno Lordo nel 2029. Il capo del Governo lo ha annunciato nel corso di una conferenza stampadopo il Consiglio Europeo Straordinario in cui gli unici punti all’ordine del giorno erano: sicurezza europea e guerra in Ucraina. Il premier ha informato che la prossima settimana, probabilmente giovedì, l’argomento sarà affrontato con il leader di tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione di Vox.

“È evidente che tutti dobbiamo fare uno sforzo anticipato – ha commentato il presidente Sánchez che ha illustrato gli strumenti che faciliteranno la spesa per la difesa, “in primis” la flessibilità delle regole fiscali. Il premier ha assicurato ai giornalisti, che chiedevano se gli obiettivi per il 2029 sarebbero stati anticipati, che effettivamente sarà così. Non ha precisato, comunque, quale sarà la nuova data limite. Ha anche ritenuto prematuro parlare di invio di “soldati spagnoli” in Ucraina. Ha spiegato che ancora non si può parlare di “missione di pace” poiché la guerra è in pieno svolgimento.

“Non dimentichiamo – ha detto – che siamo ancora in uno scenario di guerra; una maledetta guerra che l’Ucraina non ha voluto”. Intanto, la pressione per aumentare la spesa militare per la difesa cresce in seno all’Unione Europea che vede minacciate le proprie frontiere e gli Stati Uniti, che erano l’alleato naturale, danno una svolta inattesa in politica estera dopo il trionfo di Donald Trump.

“L’Unione Europea – ha commentato il presidente Sánchez – ha proposto nuovi strumenti affinché tutti facciano uno sforzo per investire meglio e di più”. La Spagna, circa 11 anni fa, si era impegnata ad arrivare nel 2029 al 2 per cento del Prodotto Interno Lordo. Nel 2023, anziché aumentare, la spesa militare ha subito una flessione e ora, il presidente Sánchez pare deciso a pigiare l’acceleratore. Dopo le ultime decisioni di Donald Trump, come ha affermato Ursula von der Leyen, “siamo in un’era di riarmo”. La Commissione Europea si propone di allentare le regole fiscali per permettere ai paesi che dovessero necessitarlo di incrementare il debito senza poi affrontare le sanzioni. Il provvedimento favorisce la Spagna, che ha poco margine fiscale.

Nel corso dell’incontro con la stampa, il premier non ha parlato solo di riarmo, spesa per la difesa e Prodotto Interno Lordo. Sollecitato dalle domande dei giornalisti, ha parlato della Catalogna. In particolare, della delega di competenze in materia migratoria. “In Spagna – ha detto – ci sono state fino a sette delegazioni di competenze. Alcune anche durante il governo di Aznar. Non mi pare che questo abbia rotto il Paese”. In quanto all’obbligo di apprendere il catalano per ottenere il permesso di residenza, come pretenderebbe Junts, che rappresenta l’indipendentismo catalano più reazionario e antimmigrazione, ha commentato che “nella Costituzione è prevista la co-ufficialità di altre lingue”. E infine, a chi ha chiesto un commento sul ritorno di “La Caixa” in Catalogna, ha risposto che la decisione dimostra che si avanza verso la “normalizzazione” della realtà sociale, politica ed economica nella comunità autonoma.

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