Gigliola Cinquetti: “Gli italiani all’estero sono fantastici”

Gigliola Cinquetti intervistata da Emilio Buttaro per “La Voce d’Italia”.

Il Festival di Sanremo del 1964 le cambiò la vita. Un trionfo a soli 16 anni con “Non ho l’età” che oggi Gigliola Cinquetti ricorda così: “Non so come sarebbe stata la mia vita se non ci fosse stata quella canzone, non posso saperlo. Nel corso di questi 60 anni ho cercato di curiosare nel mio percorso ed ho sempre fatto un continuo passaggio dal palco all’anonimato. Sono una che vado, canto e scappo: questo faccio e farò, però ritorno sempre”.

L’amatissima cantante veneta nelle scorse settimane ha partecipato in veste di coach e di giudice ad “Ora o mai più”, il programma di Rai 1 che offre una grande occasione a cantanti in cerca di rilancio. 

Gigliola nello show del sabato sera ha accompagnato alla vittoria finale il cantautore Pierdavide Carone. Sui social la cantante ha così commentato: “E’ stata una bellissima esperienza. Grazie Pierdavide, meriti questa vittoria. Ci vedremo il 21 marzo a Valdagno (VI) al Teatro Super. Felicissima di averti mio Ospite”.

E intanto Carone tra qualche giorno parteciperà al San Marino Song Contest sognando l’Eurofestival, il grande evento internazionale che proprio Gigliola Cinquetti vinse nel 1964 regalando all’Italia il primo trionfo. Una carriera straordinaria quella che ha visto l’artista veneta riscuotere consensi in tutto il mondo. Le abbiamo chiesto le emozioni che ha provato quando ha cantato per gli italiani che vivono all’estero. 

“Loro sono fantastici – ha spiegato – e poi credo che sul piano numerico equivalgano davvero a un’altra Italia. Li ho incontrati in tutto il mondo e sono stati sempre incontri festosi. Spesso poi in queste occasioni si prende coscienza di essere entrati nella vita delle persone e degli italiani all’estero in modo particolare perché molti di loro si portano dentro i cantanti che hanno sentito prima di emigrare e ne sono orgogliosi. Io ero felice perché avevo successo col pubblico francese, giapponese, tedesco, spagnolo, americano. Ero orgogliosa perché sapevo che in questo modo potevo permettere a tante persone di dire: ‘Hai visto che cantanti bravi che abbiamo noi…’ Ecco, io trovo questa cosa davvero commovente”.

 Testo e videointervista di Emilio Buttaro



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