Albares sulla crisi venezuelana: “La Spagna sta facendo tutto ciò che può”

Il ministro degli Esteri, José Manuel Albares e Edmundo González Urrutia


Il ministro ha sottolineato che l’esodo venezuelano potrebbe essere un elemento di destabilizzazione e di erosione degli equilibri in America Latina


 MADRID – Il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, è convinto che la soluzione della crisi del Venezuela “può arrivare solo dai venezuelani”. E che sono loro quelli che dovranno incontrare il cammino verso “una transizione che conduca a una vera democrazia” Lo ha sostenuto nel giorno dell’insediamento di Nicolás Maduro, nel corso di una colazione con i giornalisti del “Círculo de Corresponsales Extranjeros”.

– Cosa sta facendo la Spagna? Tutto ciò che può. È stata la Spagna a suggerire all’Europa di assumere una posizione comune. Sono stato io a proporre che nessun paese dell’Unione Europea fosse presente all’insediamento di Maduro. Sono pienamente consapevole che ciò che facciamo ha il suo impatto – ha affermato nel rispondere alla domanda durante la quale il giornalista della Voce: ha chiesto se, visto che l’opposizione venezuelana ha espresso la propria volontà col voto, unica sua arma a disposizione, la Spagna porterà nuove proposte a Bruxelles per favorire l’inizio di una transizione che conduca il Paese verso una vera democrazia.

– Ai tempi dell’apartheid sudafricano – ha proseguito il capo della diplomazia spagnola -, se l’occidente avesse imposto sanzioni, avrebbe chiuso quel paese al mondo.

Oggi, ha spiegato, le sanzioni non hanno più lo stesso effetto. E fa il caso del gas russo. Ha affermato che le sanzioni europee hanno avuto un impatto iniziale ma che, nel giro di pochi mesi, la Russia di Putin ha trovato nuovi clienti. Oggi, ha commentato, se l’Unione Europea volesse tornare ad acquistare il gas russo, probabilmente gli verrebbe detto che è già tutto venduto. Lo stesso potrebbe accadere qualora si smettesse di acquistare petrolio dal Venezuela. Il paese troverebbe nuovi clienti.

– Non vorrei che il Venezuela finisse con l’allearsi definitivamente con Iran, Cina e Russia – ha aggiunto.

Sempre in riferimento alla domanda della “Voce”, il ministro Albares ha commentato che non ritiene che il governo di Maduro possa rappresentare un pericolo per la stabilità della regione

– Maduro – ha precisato – non è il Fidel Castro degli  anni ’60. Non è neanche un “Che” Guevara.

Semmai, a suo avviso, un potenziale elemento destabilizzante potrebbero esserlo i milioni di venezuelani che stanno abbandonando il Paese.

– In questo momento – ha commentato -, un numero molto importante di migranti che si trovano nel Darién sono venezuelani. In Colombia ve ne sono milioni. I venezuelani sono sparsi in tutta la regione.

Sempre riguardo al flusso migratorio, il ministro Albares ha sottolineato che i venezuelani che arrivano in Spagna ricevono un trattamento privilegiato.

– Senza dover dimostrare nulla – ha detto -, appena atterrano all’aeroporto di Barajas viene loro concesso il permesso di soggiorno e di lavoro.

Ha precisato che dal 2018 ad oggi, sono arrivati circa 200mila venezuelani. E, polemizzando con il Partito Popolare, ha affermato che “gli ‘antichavistas’ sceglierebbero il paese governato, a detta della destra, da ‘chavistas’”. Da qui l’invito a non dividere i venezuelani tra “chavistas” e “antichavistas” e a non strumentalizzare la loro presenza ai fini di politica interna perché “così si otterrà l’effetto contrario: non solo non si unisce la società venezuelana ma si finisce col dividere quella spagnola”.

Redazione Madrid

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