Vacilla la tregua in Libano: nove morti nei raid israeliani

MADRID . – Vacilla pericolosamente l’accordo di cessate il fuoco in Libano. Almeno nove persone sono state uccise nella serata di ieri negli attacchi israeliani contro due villaggi nel sud del Paese dei cedri. I raid sono scattati dopo che Hezbollah ha lanciato due proiettili di mortaio nella zona del Monte Dov. In una nota, le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno spiegato che i caccia “hanno colpito miliziani di Hezbollah” nonché “decine di lanciarazzi e strutture appartenenti al gruppo terroristico in tutto il Libano”. 

Il gruppo paramilitare sciita aveva affermato in precedenza di aver utilizzato i mortai in risposta alle “ripetute violazioni” da parte di Israele dell’accordo di cessate il fuoco entrato in vigore la scorsa settimana, come un “primo avvertimento” a Tel Aviv la cui aviazione “persiste nel violare lo spazio aereo libanese”. 

In un comunicato, il ministero della Sanità libanese ha affermato che “Un attacco nemico israeliano sul villaggio di Haris ha ucciso cinque persone e ne ha ferite due, secondo un primo rapporto, mentre un altro raid su Tallousa ha ucciso quattro persone e ne ha ferito una”. 

Da parte sua, lo Stato ebraico ha lanciato un appello alle autorità libanesi: “Il lancio di razzi verso Israele costituisce una violazione degli accordi tra lo Stato di Israele e lo Stato del Libano, poiché Israele chiede al Libano di attuare questi accordi e di impedire operazioni ostili di Hezbollah dal suo territorio”, ha scritto su X, il giornalista arabo-israeliano. portavoce dell’esercito israeliano, Avichay Adraee. “Lo Stato d’Israele resta impegnato a rispettare gli accordi raggiunti riguardo al cessate il fuoco in Libano”, ha aggiunto. “Le forze di difesa israeliane sono pronte a continuare le operazioni ovunque necessario e continueranno a difendere i civili israeliani”, conclude il messaggio. 

Alti funzionari israeliani si sono subito affrettati a condannare l’attacco di Hezbollah, mentre il primo ministro Benjamin Netanyahu ha promesso una risposta ferma. “Gli spari di Hezbollah al Monte Dov costituiscono una grave violazione del cessate il fuoco e Israele risponderà con forza”, ha affermato in una dichiarazione. “Siamo determinati a continuare a far rispettare il cessate il fuoco e a rispondere a qualsiasi violazione da parte di Hezbollah: una violazione minore sarà trattata come una di rilievo”. Anche il ministro della Difesa Israel Katz ha messo in guardia da una “dura risposta”, scrivendo su X che Israele “ha promesso di agire contro qualsiasi violazione del cessate il fuoco da parte di Hezbollah, ed è esattamente ciò che faremo”. 

Per quanto riguarda l’azione della diplomazia internazionale, va segnalato che nel primo giorno della visita di Stato di Emmanuel Macron a Riad, il presidente francese e il principe ereditario saudita Mohammed Ben Salman “hanno chiesto congiuntamente lo svolgimento di elezioni presidenziali in Libano con l’obiettivo di riunire i libanesi e portare avanti le riforme necessarie alla stabilità e alla sicurezza del Paese”, ha affermato l’Eliseo al termine dell’incontro tra i due leader. Macron e Ben Salman hanno anche annunciato che “continueranno gli sforzi diplomatici” per consolidare il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, accordo co-sponsorizzato da Stati Uniti e Francia. 

Venendo agli Usa, sempre ieri il presidente entrante Donald Trump ha avvertito Hamas che “il prezzo da pagare sarà terribile” se gli ostaggi a Gaza non verranno liberati prima del suo insediamento il 20 gennaio. “Se gli ostaggi non verranno rilasciati prima del 20 gennaio 2025, il prezzo da pagare sarà TERRIBILE per il Medio Oriente e per i responsabili di queste atrocità contro l’umanità”, ha scritto il tycoon su Truth Social.

(Redazione Madrid)

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