L’italo-venezuelano sfiderà la sua ex squadra, l’Atlético Mineiro, per il trofeo più prestigioso del Sudamerica
CARACAS
– Sabato, nello stadio Monumental di Rio de Janeiro, l’italo-venezuelano Jefferson Savarino (28 anni) scriverà un nuovo capitolo della sua carriera partecipando alla finale della Coppa Libertadores, la massima competizione per club nella zona Conmebol. Savarino, che milita nel Botafogo, sarà il quarto calciatore nato nella “Piccola Venezia” a raggiungere questo traguardo, affrontando proprio la sua ex squadra, l’Atlético Mineiro.
Il centrocampista, nato l’11 novembre 1996 a Maracaibo, ha vissuto una stagione straordinaria, contribuendo con quattro gol e altrettanti assist al cammino del Botafogo fino all’atto finale. Ma oltre ai numeri, per Savarino questa finale rappresenta molto di più: una possibilità di coronare il sogno di ogni calciatore, quello di sollevare un trofeo internazionale, e di entrare di diritto nella storia del calcio venezuelano.
Prima di lui, tre connazionali hanno raggiunto una finale di Libertadores: Rafael Dudamel nel 1999 con il Deportivo Cali (sconfitto ai rigori dal Palmeiras), Alejandro “Lobo” Guerra nel 2016 con l’Atlético Nacional (campione contro il San Paolo) e Yeferson Soteldo nel 2020 con il Santos (battuto di misura dal Palmeiras).
Ora tocca a Savarino, che con 99 presenze e 22 gol segnati durante la sua esperienza con il “Galo” conosce bene la sfida che lo attende. Per il Botafogo, è un’occasione d’oro per riportare il trofeo in Brasile. Per Savarino, è l’opportunità di incidere il suo nome negli annali del calcio e nei cuori dei tifosi.
Indipendentemente dal risultato, la sua partecipazione a questa finale rappresenta già un successo e un motivo d’orgoglio per la comunità italo-venezuelana, dimostrando che talento e dedizione possono portare ai più alti livelli dello sport internazionale.
(Di Fioravante De Simone / Redazione Caracas)