Ribera contro Mazón: “A nulla serve avere le informazioni necessarie se non si sa cosa farne”

La vicepresidente Teresa Ribera


La vicepresidente ha difeso il rigore e la serietà con cui hanno lavorato i tecnici del suo dipartimento e quelli dell’Agenzia Spagnola di Meteorologia e della “Confederazione Idrografica di Júcar”


MADRID – La terza vicepresidente e ministra della Transizione Ecologica, Teresa Ribera, avrebbe evitato volentieri di assistere alla sessione di controllo del Governo al Congresso. Ma non ha potuto. Era una delle condizioni poste da Bruxelles affinché la sua candidatura a Commissario europeo potesse prosperare.

La vicepresidente Ribera ha risposto alle critiche sollevate dal Partito Popolare, riguardo alla sua gestione dell’emergenza in seguito al devastante nubifragio che ha colpito la “Comunidad Valenciana” e provocato straripamenti di torrenti trasformati in fiumi rabbiosi, inondazioni, distruzione e morte. Ribera ha difeso il rigore e la serietà con cui hanno lavorato i tecnici del suo dipartimento e quelli dell’Agenzia Spagnola di Meteorologia e della “Confederazione Idrografica di Júcar”.

Nel controbattere le aspre critiche rivoltele dal portavoce del Partito Popolare alla Camera bassa, Miguel Tellado, la vicepresidente ha responsabilizzato l’ex premier Mariano Rajoy dell’interruzione nel 2015 dei lavori lungo il “Barranco del Poyo” che avrebbero permesso di minimizzare gli effetti del nubifragio.

Ribera ha affermato d’essere stata lei a firmare nel 2011, in quanto Segretario di Stato per i Cambiamenti Climatici, la dichiarazione di “impatto ambientale favorevole” ad agire nel “Barranco del Poyo”; intervento scaduto nel 2017 per negligenza del Governo dell’ex premier Rajoy. Ha assicurato che la realizzazione delle opere “emergenziali” è stata ripresa nel 2018. Ma, ha sottolineato, ci si sarebbe trovati “di nuovo” con problemi di carenza di consenso nel territorio.

“È stato un peccato che – ha commentato – i lavori per proteggere il “Barranco di Poyo” non siano stati eseguiti come e quando erano previsti: dal gennaio 2012. Ed è stato un peccato che – ha aggiunto – ci sia voluto così tanto a mettere ordine nel caos delle opere dichiarate di interesse generale dallo Stato, nonostante i terreni già espropriati”.

Ha assicurato che tutte le allerte sono state adeguate e tempestive. E ha ricordato che il comando delle operazioni è stato mantenuto dalla “Generalitat Valenciana”. Ha quindi rispedito al mittente l’accusa di un fantomatico blackout informativo e spiegato che la responsabilità di contattare i comuni e informare la popolazione era esclusiva dei servizi regionali di Protezione Civile.

Ha spiegato che allarmi come quelli emessi dall’Agenzia di Meteorologia sono indispensabili “per minimizzare i danni”, ma lo sono anche le risposte “di fronte a un allarme rosso”.

“Serve a poco avere tutte le informazioni necessarie – ha detto – se la persona che deve rispondere non sa come fare”.

Ribera, è stato questo un aspetto fondamentale della sua difesa, ha sottolineato l’eccezionalità del fenomeno meteorologico: eventi come quello del 29 ottobre accadono raramente.

Mentre Tellado ha accusato la vicepresidente di non svolgere il suo lavoro in modo adeguato; questa ha difeso il suo operato e affermato che è fondamentale agire nel miglior modo possibile per anticiparsi a futuri eventi catastrofici. L’accento è stato posto sull’importanza di dotarsi di protocolli di risposta tempestivi e adeguati.

Redazione Madrid

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