MADRID. – Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa pro-Hamas Shehab, dall’organizzazione palestinese giunge un segnale che potrebbe considerarsi un primo passo sul cammino di un accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Husam Badran, membro di spicco dell’ufficio politico di Hamas con sede in Qatar, ha infatti affermato che “un accordo è possibile”.
La dichiarazione giunge mentre a Doha riprendono i colloqui volti a porre fine alla guerra e a liberare gli ostaggi. “Le nostre richieste – ha affermato Badran – sono chiare e note e si può raggiungere un accordo, a patto che Netanyahu resti fedele a quanto concordato”.
Non è chiaro se i commenti del portavoce di Hamas siano una reazione alla proposta egiziana di un cessate il fuoco di due giorni a Gaza per scambiare quattro ostaggi israeliani con alcuni prigionieri palestinesi, seguito da 10 giorni di colloqui. In precedenza, il media saudita Al Arabiya aveva riferito che Hamas sarebbe disposta ad accettare la proposta egiziana a condizione che sia incorporata nelle sue richieste del 2 luglio per un accordo sugli ostaggi. Fonti di Hamas hanno inoltre dichiarato al canale saudita Asharq News che il gruppo preferirebbe un accordo globale piuttosto che uno “frammentario”.
Intanto nella Striscia si continua a morire. Almeno nove palestinesi, tra cui un bambino, sono stati uccisi ieri in un bombardamento israeliano su una scuola trasformata in un rifugio per sfollati alla periferia di Gaza City, nel nord dell’enclave, hanno annunciato i servizi di emergenza. Poco fa, inoltre, le forze di difesa israeliane (IDF) hanno diramato una nota in cui si afferma che le truppe dello Stato ebraico anche questa mattina “stanno effettuando incursioni mirate nella zona centrale di Gaza e hanno ucciso diversi combattenti di gruppi terroristici”.
L’esercito afferma che le truppe “hanno combattuto anche contro terroristi nelle aree di Rafah e Jabaliya”. “Le forze continuano i loro sforzi per evacuare i civili in aree sicure, nonostante gli sforzi di Hamas per impedire ai civili di farlo”, afferma l’IDF.
Proseguono nel frattempo anche le operazioni militari israeliane in Libano. Sempre ieri, almeno 21 persone sono state uccise negli attacchi su tre località nel sud del paese dei cedri, come ha riferito il ministero della Sanità libanese. Inoltre, in un aggiornamento mattutino sui recenti combattimenti, le IDF affermano che le truppe “hanno continuato a colpire le infrastrutture e a confiscare le armi appartenenti al gruppo terroristico Hezbollah nel Libano meridionale”.
Secondo l’esercito, decine di attacchi aerei hanno colpito cellule terroristiche e infrastrutture, tra cui un lanciarazzi utilizzato per lanciare ordigni contro Israele. Secondo le IDF, decine di militanti di Hezbollah “sono stati uccisi negli scontri avvenuti nelle ultime 24 ore”.
Oggi, intanto, il Consiglio di sicurezza dell’ONU si riunirà d’urgenza per discutere della situazione in Medio Oriente, ha annunciato ieri alla stampa la presidenza svizzera del Consiglio.