“31 Mujeres”: la rivisitazione della mostra di Peggy Guggenheim del 1943

Buffie Johnson, "La Vía Media / La Gran Madre gobierna el cielo (mural Astor)", (1949-1959)


Nel 1943 la famosa collezionista d’arte Peggy Guggenheim organizzò, nella sua galleria di New York, una mostra chiamata “Art of This Century”. Si tratta di una delle prime mostre negli Stati Uniti in cui vengono esposte opere di donne europee e nord-americane. Qui si trovano esposte quaranta opere raccolte sotto il titolo di “Exhibition by 31 Women”. La selezione delle artiste fu affidata a una giuria molto speciale, dove figuravano grandi personalità come André Breton, Max Ernst e Marcel Duchamp. Quest’ultimo, in primo luogo, fu anche parte integrante dell’ideazione della mostra insieme alla collezionista, anch’essa parte della giuria. Guggenheim, in quanto unica donna presente in quel contesto, si trovava in una posizione di rilievo importantissima. Essa, di fatto, possedeva un punto di vista diverso rispetto ai suoi colleghi nell’affacciarsi alle proposte artistiche presentate dalle candidate e poteva valutarle su un piano diverso, essenziale per la mostra che si sarebbe inaugurata.

Queste donne, formalmente legate al surrealismo e all’astrazione, mantennero tuttavia una posizione di relativo distacco rispetto ad entrambe le tendenze. Nella maggior parte dei casi le artiste vollero instaurare delle vere e proprie riformulazioni di questi due grandi linguaggi artistici. Questa volontà deriva dal fatto che questi non venivano interamente accettati e adottati dalle stesse, essendo stati creati in origine esclusivamente da artisti uomini. Entrambe le correnti vedevano attorno un contesto totalmente patriarcale dove non sembrava esserci spazio per artiste donne. La mostra di Peggy Guggenheim propone a tutti gli effetti una nuova visione ed interpretazione di questi due grandi linguaggi artistici che dominarono il Novecento. Ci troviamo di fronte ad uno dei primi tentativi dell’arte di porre i riflettori esclusivamente sul talento e sulle ricerche artistiche del mondo femminile, fino a quel momento estremamente oscurate.

I temi delle loro opere sono estremamente vari. Ogni personalità e ogni accezione soggettiva trova libero spazio di espressione. Come accennato, il loro lavoro aderisce solo stilisticamente alle correnti di Surrealismo ed Astrattismo a causa di una comunanza di rappresentazioni con le due correnti novecentesche. Tirate le somme, risulta sbagliato anche solo associarle ai due linguaggi visto il distacco instaurato dalle stesse. Le opere sono la diretta trasposizione delle loro idee e delle loro volontà, senza etichette o temi e tecniche da perseguire.

Figura 2 – Leonora Carrington, “Los caballos de Lord Candlestick” (1938)

Arrivando ai giorni nostri, dal 19 settembre al 5 gennaio la Fondazione Mapfre (Sala Recoletos) ospiterà una mostra inerente all’argomento, intitolata “31 mujeres”. Questa riunirà le opere delle trentuno artiste che presero parte all’esposizione storica di Peggy Guggenheim presso la sua galleria newyorkese. Con questa mostra la Fondazione intende non solo ricordare l’importanza del lavoro e della visione di Peggy Guggenheim, una delle più importanti mecenati e collezioniste del XX secolo, ma anche contribuire a lasciare dietro di sé una storia che è stata in grado di valorizzare il contributo di queste donne in un sistema artistico patriarcale, evidenziando le reti di collaborazione, solidarietà e amicizia che nacquero tra di loro.

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