L’opposizione dei Presidenti delle Regioni Autonome con governo di centro destra al finanziamento promesso alla Catalogna, si unisce ad altre azioni del PP volte a rendere sempre più difficile la governabilità del paese
MADRID.- In questi ultimi giorni di vacanza prosegue il lavoro del leader del Partito Popolare Alberto Núñez Feijoo al fine di coordinare un’azione congiunta con i suoi presidenti di Regioni Autonome, in contrasto con il finanziamento che il governo socialista ha promesso alla Catalogna.
L’opposizione del partito di centro destra verso l’accordo raggiunto da PSC ed ERC è riassunta in un documento firmato dagli undici presidenti di regioni autonome appartenenti al PP. Presentato dal portavoce Borja Sémper l’accordo ha voluto dare un’immagine unitaria dei diversi responsabili locali.
Sembrerebbe, però, che al di là delle apparenze esistano differenze tra i vari Presidenti per ciò che riguarda le richieste di ciascuno in considerazione delle disparità dei loro territori. L’unica intesa sulla quale sembrerebbe che ci sia un vero accordo è quella che esige eguali condizioni per tutti.
La vicepresidentessa e Ministra di Finanza María Jesús Montero ha detto che resta in attesa delle richieste del PP per presentare una proposta di legge riguardante il finanziamento alle regioni autonome.
Nelle file del PSOE considerano che la strategia del PP è quella di portare avanti una guerra di sfinimento verso il governo e il Primo Ministro Pedro Sánchez, cercando di individuare le difficoltà e fragilità cui deve far fronte costantemente. Sarebbe questa la ragione dell’accanimento contro Begoña Gómez e l’opposizione frontale alla legge di amnistia.
Altro tasto dolens è quello della crisi migratoria che in questi giorni ha sollevato il Presidente del governo delle Canarie, Fernando Clavijo che ha rivolto un appello affinché la sua regione non sia lasciata sola ad affrontare l’accoglienza di minorenni che arrivano sulle sue coste.
Ha spiegato che queste ragazze e ragazzi hanno bisogno di un’accoglienza degna, di imparare la lingua ed essere inseriti nel sistema scolastico e dopo i 18 anni di essere accompagnati verso un futuro lavorativo che permetta a tutti di trasformarsi in un motore positivo per il paese.
La proposta di smistare in altre comunità una quota di questi giovani migranti sembrava la soluzione più sensata ad una crisi che sta diventando sempre più una crisi umanitaria. Sebbene alcune autonomie come Castilla y León e Galizia abbiano risposto positivamente alla richiesta di aiuto delle Canarie, gli altri presidenti delle regioni governate dal centro destra si sono opposti pur lasciando una piccola porta aperta alla discussione.
Le tante tensioni generate da una politica di continua opposizione messa in moto dai governi di centro destra e di destra rende molto più complicata la gestione della governabilità del paese. E alimenta le speranze di chi vorrebbe assistere alla caduta di Pedro Sánchez.
Redazione Spagna