Venezuela, arrestati Dávila e De Grazia. Iv chiede che il Governo si attivi immediatamente

Williams Dávila asegura que existe temor y cobardía de parte de algunos países “que no se dan cuenta el peligro que representa Venezuela para la región”
Williams Dávila


Il Maie esprime preoccupazione per le ricadute che le ultime vicende che scuotono il Paese  possono avere sulla nostra comunità


ROMA/MADRID – “Questa notte l’esponente di Acción Democratica, William Dávila è stato arrestato nel corso di un’operazione dai contorni preoccupanti”. Lo ha denunciato, in una nota, il deputato di Italia Viva, Naike Gruppioni, che ha chiesto al Governo che “si attivi immediatamente per capire le ragioni per cui il leader dell’opposizione venezuelana è stato arrestato”. Il deputato di Italia Viva ha anche chiesto al Governo che “si adoperi per la sua liberazione”.

Il politico socialdemocratico, membro dell’Istituto Milton Friedman che ha sede a Roma, sarebbe stato prelevato da un gruppo di uomini armati non identificati. Si suppone che sia stato portato all’Helicoide, sede della polizia politica e, stando ad alcune testimonianza, luogo di torture

L’arresto dell’esponente dell’opposizione venezuelana sarebbe avvenuto appena cinque ore dopo l’appello pubblico fatto alla premier Giorgia Meloni affinché offra il supporto dell’Italia.

Amérigo De Grazia

Alessandro Bertoldi, Direttore esecutivo dell’Istituto Milton Friedman, ha commentato che l’arresto è avvenuto poche ore dopo la sua ultima conversazione con il leader venezuelano.

“Il regime – ha denunciato il direttore dell’Istituto che è presente in oltre 30 paesi –  lo ha sequestrato illegalmente in piazza, attraverso i collettivi. Non abbiamo più notizie circa la sua sorte. Siamo in costante contatto con la sua famiglia e con gli amici dell’opposizione”.

Il parlamentare di Italia Viva ha manifestato preoccupazione anche per il deputato italo-venezuelano Amerigo De Grazia, per il momento “irreperibile. Gruppioni considera che “questi episodi rafforzano l’ipotesi che il governo Maduro abbia pianificato di soffocare ogni forma di dissenso”

“La situazione – ha aggiunto – si fa di ora in ora sempre più critica. Per questo facciamo un appello al ministro Tajani perché si attivi e intraprenda tutte le azioni diplomatiche possibili per salvaguardare i diritti dell’opposizione venezuelana. Da parte mia, proporrò alla commissione Esteri di lavorare a questo caso per tutelare Dávila ma anche tutti i cittadini italiani che si trovano in Venezuela”.

Anche Bertoldi, come Gruppioni, ha chiesto che l’Italia faccia ogni sforzo possibile per la libertà di Dávila e De Grazia e “per quella di tutti i prigionieri politici in Venezuela”. Ha sottolineato che “l’Unione Europea ha il dovere morale, civile e giuridico di intervenire ed esercitare ogni pressione per la liberazione dei dissidenti politici, tanto più quando questi sono anche cittadini europei”.

Preoccupazione per quanto sta accadendo in Venezuela e per le ricadute che le ultime vicende possono avere sulla nostra comunità residente nel Paese sono state  espresse dal vicepresidente del Maie, Vincenzo Odoguardi.

“Non si placano le proteste e gli scontri nel Paese sudamericano dopo il voto – ha commentato -. L’Unione Europea non ha riconosciuto il risultato delle elezioni presidenziali dopo le quali Nicolas Maduro si è proclamato presidente. L’opposizione si fa sentire e anche quella parte del popolo venezuelano che crede nella libertà scende in piazza con coraggio a manifestare”.

Ha chiesto che l’Italia faccia la propria parte “in difesa della numerosissima comunità italiana che vive e lavora in Venezuela”.

“Tanti nostri connazionali – ha riferito – sono disperati e impauriti, prendono d’assalto i nostri consolati alla ricerca di protezione. Dobbiamo assicurare a tutti loro assistenza, oltre che un’eventuale via d’uscita in caso di reale emergenza. Vorrei dedicare un pensiero e un abbraccio di solidarietà anche ai tanti italo-venezuelani residenti in Nord e Centro America, soprattutto nei Caraibi e in Florida. Sono lontani, ma il loro cuore è idealmente lì, a lottare insieme a tutti gli altri per la libertà”.

Per il momento, il bilancio della repressione è di oltre 20 morti e più di duemila detenuti. Tra questi, anche se non si ha un numero preciso, vi sono tanti figli d’italiani.

Redazione Madrid

 

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