Editoriale – Uno spettacolo indecoroso


Gli immigrati erano e sono l’anello più debole della società, non importa quanto questa sia evoluta


Lo spettacolo offerto dall’estrema destra spagnola e da alcune correnti politiche conservatrici è stato indecente e indegno. Accusare bambini e adolescenti di essere potenziali stupratori o assassini, solo per il colore della pelle e per la loro condizione di “immigrati non accompagnati”, è davvero vergognoso.

Mentre la stragrande maggioranza degli spagnoli è impegnata a fare del Paese un luogo migliore e all’avanguardia in tema di diritti sociali; una infima  minoranza guarda al passato con nostalgia, al futuro con timore e ai cambiamenti inevitabili nel normale sviluppo della società moderna con terrore. Il diverso, il nuovo continua a far paura, paura che viene usata a fini elettorali.

Tanta è ancora la strada da percorrere. Nei giorni scorsi il tema dell’immigrazione è balzato di nuovo agli onori della cronaca. A riproporlo è stato il Psoe annunciando che, in occasione della “Conferencia Sectorial de Infancia y Adolescencia”, avrebbe proposto all’attenzione dei partecipanti la riforma della “Ley de Extranjería”. Questa stabilisce criteri obiettivi di ripartizione obbligatoria nel territorio degli immigrati che sfidano il Mediterraneo per fuggire da realtà in cui si muore di fame, di sete o di guerra. E, intanto, chiedeva un gesto di solidarietà al quale aderiva il Partito Popolare, con riserva, ma non Vox. Invitava le “Comunidades Autónomas” ad accettare volontariamente quasi 400 bambini e adolescenti immigrati senza genitori. Una cifra irrisoria, se si pensa, per esempio, agli oltre seimila giovani “parcheggiati” nelle Canarie che, come Lampedusa in Italia, è uno dei “porti di primo arrivo” delle “Carrette della morte”. Un sacrificio che, in termini numerici, avrebbe rappresentato non più di 20, 25 bambini per ognuna di esse.

Alla risposta timida del Partito Popolare contrastava la radicale opposizione dell’estrema destra. Questa minacciava di dinamitare i governi regionali in cui era alleato dei conservatori. Insomma, di chiedere le dimissioni dei loro rappresentanti, se gli Esecutivi regionali avessero accettato la proposta del Governo centrale. Minaccia poi mantenuta, anche se non è mancato il dissenso. E, in alcune “Comunidades”, è stata rotta la disciplina di partito.

Che Vox sia un partito razzista e xenofobo non pare ci siano dubbi. Inveisce contro gli immigrati che fuggono dalle guerre che dilaniano l’Africa ma tace sugli ucraini, sono già oltre 60mila, che la Spagna ha accolto e continua ad accogliere con un gesto di esemplare solidarietà. L’unica differenza tra gli immigrati africani e quelli ucraini è il colore della pelle. La tragedia è la stessa.

Gli attacchi dell’estrema destra contro l’immigrazione proveniente principalmente dai paesi subsahariani è un luogo comune. È il rifiuto del diverso, dello straniero riconoscibile per il fisico, le tradizioni, la religione. E poi si lamenta paradossalmente della crescita negativa della popolazione e della carenza della mano d’opera di cui si ha bisogno per sostenere lo sviluppo economico, per dotare i campi di braccianti e per ripopolare la “España vaciada”.

Nei giorni scorsi il Partito Popolare ha sottolineato la spesa che rappresenta per le Comunità Autonome in cui governa farsi carico di altri 20, 25 bambini e adolescenti che si sommano a quelli già accolti in passato. E ha reclamato al Governo che si accompagni la “politica delle quote”  con quella di finanziamento. Si torna così alla “merce di scambio”. L’Italia ne sa qualcosa. Nel 1946, il governo sottoscrisse un vergognoso accordo politico con Bruxelles: decine di migliaia di uomini spinti dalla fame, “sporchi maccaroni” venivano chiamati dai belgi, partirono per le miniere e in cambio l’Italia riceveva circa 200 chili di carbone al giorno per ognuno di loro. Oggi, i bambini e gli adolescenti immigranti “non accompagnati” sono trattati come lo furono i connazionali nell’immediato dopoguerra.

Gli immigrati erano e sono l’anello più debole della società, non importa quanto questa sia evoluta.

Mauro Bafile

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