Cina a Ue: “Non si immischi in questioni Mar cinese meridionale”

ROMA. – La Cina ha protestato oggi in risposta al rinnovato appello dell’Unione europea affinché Pechino onori una sentenza del tribunale arbitrale sul Mar cinese meridionale emessa a favore delle Filippine nel 2016. Lo riferisce Nikkei Asia.

La Cina rivendica qualcosa come l’80% del Mar cinese meridionale, in contrasto con le politiche di diversi altri paesi, primo tra i quali le Filippine. Queste hanno fatto ricorso alla Corte permanente arbitrale dell’Aia sulla base deklla Convenzione Onu sul Diritto del Mare, ottenendo una sentenza a favore.

L’Ue non è parte della disputa marittima, ha dichiarato la missione cinese presso le istituzioni di Bruxelles. “La Cina esprime forte insoddisfazione e ferma opposizione a questo (appello) e ha presentato rimostranze solenni all’Ue” ha affermato la missione.

Oggi è l’ottavo anniversario della sentenza, che la Cina ha respinto e non applica.

Ribadendo precedenti appelli, l’Ue ha dichiarato che la sentenza è legalmente vincolante per le parti del procedimento, compresa la conclusione che la Second Thomas Shoal rientra nella zona esclusiva e nella piattaforma continentale delle Filippine.

Negli ultimi mesi ci sono state una serie di scaramucce, mentre la Cina cerca di interrompere le missioni di rifornimento delle Filippine al loro avamposto sullo scoglio. Un grave scontro il 17 giugno ha coinvolto il personale della Guardia Costiera cinese che brandiva armi come lance e coltelli mentre tentava di salire a bordo di un gommone della Marina filippina, come mostrato in un video rilasciato dalla parte filippina.

Oggi la missione cinese ha affermato che non ci sono problemi con la “legittima” libertà di navigazione e sorvolo goduta da tutti i paesi nel mare conteso. Ha anche promesso di risolvere le dispute attraverso negoziati e consultazioni con le parti direttamente interessate.

(Mos /askanews)

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