ROMA. – Le università italiane progrediscono nella classifica delle università europee 2025 redatta da QS Quacquarelli Symonds “QS World University Rankings: Europa”, con diverse università che hanno migliorato significativamente la loro posizione complessiva e in indicatori specifici.
Nella classifica 2025, presentata oggi, l’Italia vanta 51 atenei, di cui 24 in miglioramento, 2 stabili e 25 in calo; l’Italia conta quattro università tra le prime 100 e 14 tra le prime 200; il Politecnico di Milano è la prima università italiana, salendo di 9 posizioni e raggiungendo la posizione 38; l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna (48) si colloca al secondo posto a livello nazionale ed è la seconda università italiana che sale di 30 posizioni, entrando nella top 50 (l’unica università con una crescita maggiore rispetto all’anno precedente è l’Università del Salento, che è salita di 65 posizioni, raggiungendo quota 419); La Sapienza Università di Roma si colloca al terzo posto a livello nazionale e, con 66, scende di un posto; l’Università Cattolica del Sacro Cuore (140) sale di 18 posizioni, entrando nella top 150 europea.
PRESTAZIONI PER INDICATORE
Le università italiane, spiega “QS World University Rankings: Europa”, superano collettivamente la media europea in metà degli indicatori misurati, eccellendo in particolare nella ricerca. Il punteggio medio delle pubblicazioni scientifiche per membro della Facoltà (Papers per Faculty) una misura della produttività della ricerca, è pari a 56,9, quasi il doppio della media europea.
Tuttavia, l’impatto di questa ricerca, indicato dalla metrica delle citazioni per pubblicazione scientifica, (Citations per Paper) è leggermente inferiore alla media europea.
Ciò che distingue l’Italia è la diversità delle sue collaborazioni internazionali di ricerca. Ciò si riflette nei punteggi elevati dell’indicatore Rete internazionale di ricerca, ben al di sopra della media europea. Inoltre, il punteggio medio della Reputazione accademica, leggermente superiore alla media regionale, si correla positivamente con la posizione del Paese nel campo della ricerca. Le università italiane eccellono anche nei programmi di scambio di studenti, sia in entrata che in uscita, anche in questo caso con risultati ben superiori alla media europea.
Tuttavia, il punteggio dell’Italia per il rapporto docenti/studenti è meno della metà della media europea, evidenziando un problema persistente ancora da affrontare. Il numero limitato di corsi tenuti in inglese e gli investimenti relativamente bassi nell’internazionalizzazione contribuiscono a far sì che l’Italia ottenga un punteggio pari solo a un terzo della media europea per quanto riguarda il corpo docente internazionale. La percentuale di studenti internazionali è marginalmente superiore, ma rappresenta comunque circa un terzo della media europea.
Le università italiane sono al di sotto della media europea anche negli indicatori che valutano l’occupabilità dei laureati. Ciò indica la necessità di rafforzare i collegamenti tra campus e industria e di migliorare la preparazione al lavoro dei laureati, particolarmente importante nell’era dell’intelligenza artificiale. Mentre alcune università italiane ottengono risultati molto elevati in questi indicatori, il sistema nazionale nel suo complesso non eccelle uniformemente in queste metriche chiave.
“La seconda edizione del QS World University Rankings: Europe conferma i punti di forza dell’Italia nella produttività della ricerca e nella collaborazione, evidenziando la dedizione delle università del Paese all’attuazione dell’agenda della sostenibilità” ha dichiarato Ben Sowter, vicepresidente senior di QS: “Sottolinea inoltre la forte mobilità studentesca e le partnership di scambio stabilite dalle università locali con le loro controparti internazionali.
La classifica evidenzia aree di miglioramento, in particolare l’internazionalizzazione del corpo docente e studentesco e la preparazione al lavoro dei laureati, con alcune eccezioni e performance eccellenti. Al di là dei primi tre atenei italiani, si registrano molti risultati eccellenti, in particolare da parte dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’Università Vita-Salute San Raffaele, che si posizionano tra i primi 10 nei in tre indicatori chiavi rispettivamente”.
Nella Top 10 della classifica delle università europee QS 2025 ci sono 2 atenei svizzeri, 7 del Regno Unito e uno francese: al primo posto il Politecnico di Zurigo, seguito da Imperial College Londra, Università di Oxford, Università di Cambridge, University College London, Università di Edimburgo, Università di Manchester, King’s College Londra, Università di Parigi – Scienze e Lettere, la Scuola Politecnica Federale di Losanna (EPFL).
(Sav /askanews)