MADRID. – L’hotspot per la primissima accoglienza, quello al porto di Shenjin, è pronto da oggi. E dal 1 agosto sarà operativo anche il centro di Gjiader, nell’entroterra, e a quel punto l’accordo Italia-Albania per la gestione dei migranti irregolari sarà realtà.
A tre giorni dalle europee, Giorgia Meloni si reca in Albania, incontra il premier locale Edi Rama, e riafferma la bontà, secondo il governo, dell’intesa che porterà nei centri appositamente costruiti in Albania fino a tremila migranti, adulti e soccorsi in acque internazionali da navi italiane:
“I ritardi sono dovuti soprattutto alla natura de terreno di Gjiader, che ha richiesto interventi di rafforzamento che non avevamo previsto – spiega Meloni in conferenza stampa – Ma prima ci hanno accusato di star facendo Guantanamo, poi si lamentano che facciamo ritardo nel fare Guantanamo… La verità è che noi vogliamo fare le cose per bene, consapevoli che stiamo facendo una cosa completamente nuova nella gestione del problema migratorio: un accordo replicabile in molti paese, e una soluzione strutturale. Questo lo capiamo noi e anche i sostenitori dell’immigrazione incontrollata che non a caso stanno investendo molte energie contro questo progetto”.
Sia Meloni che Rama attaccano duramente la stampa italiana, rea secondo loro di aver messo in piedi una campagna mediatica volta a screditare l’accordo (“i giornalisti d’inchiesta italiani vedono fantasmi, vengono qui con la notizia già scritta” tuona Rama), accordo che invece secondo Meloni “è estremamente innovativo, che sta diventando un modello se è vero che 15 stati europei hanno chiesto che l’Unione segua il modello italiano, perfino la Germania”.
E rispetto al racconto che si fa “della violazione dei diritti e amenità varie, la verità è un’altra: questa procedura presto sarà obbligatoria in tutta l’Unione Europea”.
Parole che più o meno Meloni ripeterà poco dopo a Riccardo Magi, segretario di +Europa, protagonista di un blitz a sorpresa, che all’uscita ferma l’auto della premier e viene placcato duramente dal servizio d’ordine: “Se accade questo con le telecamere a un parlamentare italiano, possiamo immaginare cosa accadrà ai poveri cristi portati qui” grida Magi, al quale Meloni risponde: “è una legislazione europea, lei non è di +Europa? Non voleva più Europa?”.
Ma a distanza, anche le altre opposizioni bocciano la visita di Meloni in Albania: ”Noi siamo contrari a questo accordo cinico – dice Elly Schlein a Porta a Porta – È uno spot elettorale da 650 milioni che rischiano di diventare 800 milioni. Ed è un’assurdità dire che costa di meno perché i funzionari italiani che lavorano all’estero costano di più”.