La professoressa Anna Maria Saba ci parla della nuova avventura teatrale nella quale ha coinvolto gli alunni della Scuola Statale Italiana di Madrid
MADRID – “Il borghese galantuomo” del drammaturgo francese Moliere. “La Compagnia dei Gatti” della Scuola Statale Italiana di Madrid, che dirige la professoressa Anna Maria Saba, alza l’asticella. E dopo Goldoni e Pirandello, presenterà il 29 maggio, presso il teatro della scuola italiana, un’opera, quella di Moliere, che dietro una comicità che può apparire semplice ed elementare, nasconde uno studio psicologico profondo dei personaggi e illustra le caratteristiche di un’epoca che, per alcuni versi, è ancora attuale.
– Torniamo sul comico, come due anni fa per Goldoni. Si tratta dello stesso tipo d’opera: un personaggio comico… comico di situazione… comico di linguaggio. È la farsa di Molière con la sua poetica. Ho voluto che i ragazzi, che l’anno scorso hanno fatto esperienza nella categoria estetica dell’umorismo, cambiassero e potessero sperimentare un altro tipo d’opera: quella basata non su pezzi monologici ma sul dialogo che costruisce Moliere. – Anna Maria Saba cerca di controllare il suo entusiasmo. Ma ci riesce a malapena. È un entusiasmo che riflette la soddisfazione dell’insegnante che riesce a coinvolgere i suoi studenti in un’avventura che appassiona.
“La Compagnia dei Gatti”, in ogni realizzazione teatrale, muove un gran numero di studenti. Dietro gli attori in scena vi sono giovani responsabili della coreografia, della scenografia, dei video, delle foto, della musica, dei costumi, delle acconciature e dei trucchi. Ed ancora, tecnici di scena, assistenza tecnica, costruzione del copione e della locandina. Vi sono anche i “bodyguard”. Insomma, una compagnia teatrale al gran completo. È per questo che chiediamo:
– Quanti studenti sono stati coinvolti in questa occasione?
– Oltre una trentina – ci dice -. Sono tutti studenti ad eccezione del collega Mauro Vacca, di Andrea Auletta e del preside Massimo Bonelli. Vacca e Auletta interpretano due dei personaggi principali mentre il nostro preside si presenta nelle vesti di Monsieur Jourdain, il borghese gentiluomo. Nella locandina ci sono tutti coloro che intervengono nella costruzione della rappresentazione teatrale: nomi e ruoli. Come e più degli scorsi anni, appaiono i responsabili della regia delle luci, del reperimento e taglio delle musiche, della costruzione della scenografia, degli operatori tecnici che aiutano a spostare i mobili e a montare e smontare la scena. La locandina è un testo a sé; ed è la prima cosa che si presenta allo spettatore che al suo arrivo viene attirato idealmente dall’immagine. Ed è l’immagine l’ultima che resta in archivio. C’è una circolarità e, prima ancora, c’è il lavoro di costruzione del copione.

Ci spiega che anche quest’anno nella costruzione del copione, di cui è responsabile, ha coinvolto un gruppo di ragazze. Il copione, in questo caso, non doveva essere costruito ma ridotto. E questa, ci spiega Saba, “è un’operazione più delicata di quanto si pensi perché si adattano scene, ruoli, battute che, talvolta, slittano e si accorpano”.
– Se mi accorgo che si ribadisce un concetto, e ciò appesantisce il discorso privandolo della frizzantezza che è nel carattere spumeggiante della lingua francese, lo taglio. Si esegue un’operazione di artigianato. Voglio che i giovani ne siano consapevoli.
– Quale è stata la risposta degli studenti?
– A tutto il progetto, e ad ogni singola operazione, molto positiva – afferma con soddisfazione -. Per ogni singola operazione c’è almeno un perno, sempre molto valido… Per esempio la locandina. È un progetto grafico ed anche tipografico. Il ragazzo che si occupa dell’aspetto tipografico lavora tantissimo. La ragazza che fa il progetto grafico concettualizza. Sembra uno scherzo, ma concettualizzare anche una trama leggera non è semplice. Poi tutti esprimono un’opinione. Ogni singola operazione, devo dire la verità, è accolta con la serietà e l’entusiasmo con cui io la propongo. Dovrei dire che non ci sono problemi? Che tutto scorre liscio? Non posso.
– E quali sono i problemi…
– Far comprendere che dopo l’entusiasmo, che una volta trovate le idee, bisogna lavorare… che occorrono tempo, dedizione, costanza, sacrificio e anche rinuncia di altre cose. Bisogna gerarchizzare. A questo il ragazzo non è pronto.
Saba sostiene che nella società odierna, “ad eccezione di rarissimi casi, il ragazzo sfugge sempre di più”. È convinta che “lo studente vuole recitare, ama questo linguaggio”, ma non è pronto “a lavorare in un progetto grande che pretende di approssimarsi al culmine della serietà e della professionalità”. Sottolinea che non si tratta semplicemente di “un lavoretto scolastico, didattico”.
– Non lo è – insiste -. Il mio progetto vuole essere un discorso di crescita artistica. Come in ogni arte, dietro deve esserci lavoro. Si può avere un giorno di intuizione. Sì, certo. Ma la lotta è ardua.
Impegno scolastico ed altro
Conciliare l’impegno scolastico con gli interessi extracurricolari e la necessità di condividere momenti di svago con gli amici, per i giovani d’oggi, è sempre più difficile. Le distrazioni sono tante. E tante sono le “passioni” effimere. A volte, progetti ambiziosi come quelli che insegue la professoressa Saba, non sempre sono compresi, tantomeno condivisi ed accettati. Né dalle famiglie, né dall’ambiente scolastico. È per questo che chiediamo come sia stata recepita la sua iniziativa.
– Bene, molto bene devo dire. Nella breve storia che il mio teatro ha già qui, nella Scuola Statale Italiana di Madrid, credo che esso si faccia attendere con tutta la serietà del caso. Si è formata una compagnia. I ragazzi hanno stabilito familiarità e complicità con il preside, con la loro professoressa di storia e filosofia e con uno dei loro professori di matematica. Collaborano tutti. Devo dire anche che i colleghi non hanno avuto problemi a dare fiducia e a votare perché il progetto fosse realizzato. Non ho trovato conflitti. Certo, talvolta può capitare qualche perplessità sulla capacità e maturità che i ragazzi hanno per conciliare studio e teatro. Non dimentichiamoci che i giovani hanno tutto un aspetto dispersivo fuori. A mio parere, il teatro struttura non disperde.
– Come sei riuscita a coinvolgere in prima persona il preside Bonelli, il professore Vacca… Auletta.
– Il preside, non solo come esperto ma anche come attore, è stato molto contento dell’esperienza dell’anno scorso. Per il nostro dirigente scolastico rappresenta un’occasione per tornare a contatto con i ragazzi. Dunque, ha voluto ribadire la sua entusiasta partecipazione, lasciandosi trascinare con grande entusiasmo e grandi capacità. Gli altri due sono Auletta, che da noi fa il collaboratore, e il professor Vacca. Quest’ultimo è un professore che viene dallo sport. Era un allenatore di pallacanestro ad alto livello in Sardegna. Cosa apprezzo di lui? L’essersi innamorato di un’arte, il teatro, e di volerla esercitare bene. Ha accettato la sfida. È correttissimo, elegantissimo.
– Presenterete l’opera anche fuori dalla scuola?
– Sì, in Italia, a Roma. La presenteremo in seno alla “Rete di Scuole Otis” di cui il preside fa parte. Siamo stati privilegiati per l’orario. Se non erro, è la chiusura. L’anno scorso siamo stati individuati come la compagnia che ha dato risultati più, uso questo termine tra virgolette per umiltà, “professionali”. Non siamo andati con la leggerezza di chi pensa: “tanto sono ragazzi, accontentiamoci”. Quest’anno il viaggio è stato organizzato con un anticipo maggiore rispetto all’anno scorso. Già da gennaio o febbraio sapevamo di essere inseriti in questo spettacolo. Avremmo voluto fare una gita scolastica per le quarte. Non è stato possibile Ma lo sarà festeggiare. I ragazzi troveranno a Roma alcuni ex alunni della Scuola Italiana di Madrid. Ci aspettano a braccia aperte, con entusiasmo incredibile.
Soddisfatta dalla reazione dei genitori
Saba si ritiene molto soddisfatta anche dalla reazione dei genitori, in particolari delle madri, che si sono complimentate per “l’artisticità del prodotto che si è offerto, in alcuni casi, comparato con l’offerta culturale di Madrid”.
– Ed anche per la trasformazione che hanno visto nei ragazzi, la maturità che è scattata dopo in chi, in estate, commentava: “mi manca il teatro… e ora che faccio”. Avevano trovato nel teatro un centro nevralgico potentissimo. Io non li consolo mai. Sgrido, urlo, educo. Uso tutti i miei strumenti e tutta la mia autorità. Il ragazzo non va lasciato a sé stesso. Oggi spesso è senza argini. A volte sono le madri stesse ad alzare bandiera bianca, a gridare aiuto! Il ragazzo capisce la buona fede .
– Sono molto più maturi di quello che si possa pensare…
– Sì, però sfuggono. Il ragazzo capisce che attraverso lui tu vuoi compiere una cosa bella; capisce che conti su di lui. E quando il ragazzo scatta, sono coscienti della mia gioia. A volte, emotivamente, mi è risultato molto duro. Ma non mollo.
Conclude sottolineando, con rammarico, che gli spettacoli “non dovrebbero morire come un comune saggio scolastico”. Si consola confessandoci che l’anno scorso una delle persone legate alle istituzioni, di cui preferisce non fare il nome, le disse che “lo spettacolo era stato magistrale”.
Il Borghese Galantuomo
“LA COMPAGNIA DEI GATTI”
Monsieur Jourdain: Massimo Bonelli
Madame Jourdain: Anna Maria Saba
Lucille: Martina Greppi
Cleonte: Paolo Tognoni
Dorimene: Sara Versace
Dorante: Mario De La Sota
Nicole: Ada Marroni
Coviello: Alessandro Montoya
Lacché: Leonardo Rodríguez, Pablo Minguito
Maestro di musica: Andrea Auletta
Allievi di musica: rene Matheu, Luna Andriani
Maestra di danza: Sofía Curto
Allievi di danza: Sofía Marafioti, Beatrice Ricci,
Roberto Franco, Daniela del Varo
Maestro di scherma: Julio Aparicio
Maestro di filosofia: Dani Rajjal
Sarto: Mauro Vacca
Aiutanti del sarto: Naira Colagreco, Gaia Molari, Laura López-Linares, Marta García, Michele Beltrame
Cuoco: Stefano Val Bagli
Quadri
Vestizione del borghese: Massimo Bonelli, Mauro Vacca, Laura López-Linares, Marta García, Michele Beltrame, Gaia Molari, Naira Colagreco
Sfilata: Pablo Minguito, Leonardo Rodríguez, Marta García, Naira Colagreco, Gaia Molari, Laura López-Linares, Mauro Vacca, Massimo Bonelli
Scene Orientali
Ammaestratore elefante: Stefano Val Bagli
Corteo: Daniela del Varo, Sofía Curto, Sofía Marafioti, Beatrice Ricci, Irene Matheu, Luna Andriani, Dani Rajjal, Roberto Franco, Julio Aparicio, Gaia Molari, Laura López-Linares, Marta García, Anna Maria Saba
Regia: Anna Maria Saba
Coreografie: Daniela del Varo
Scenografia: Daniela del Varo, Laura López-Linares con Gustavo Simonelli
Video e foto: Marc Volpe-Prignano
Luci e Suono: Frabrizio Cinacchi, Ernesto López
Musiche: Massimo Bonelli, Paolo Tognoni,
Frabrizio Cinacchi, Ernesto López
Cordinazione costumi: Laura López-Linares , Martina Greppi, Gaia Molari
Costumiste di scena: Laura López-Linares, Gaia Molari
Acconciature e trucco: Diana Penna, Marta García, Ada Marroni, Sara Versace, Beatrice Ricci
Tecnici di scena: Mateo León, Nicolò Romani, César Díaz
Assistenza tecnica: Lucrezia Stringari
Bodyguard: Diego Reginato, Eros Bortolotti, Santiago Benavente, Diego D’Antonio, Mohamed Handawi, Daniela Chiriatti
Copione
Costruzione copione: Anna Maria Saba
Collaborazione: Laura López-Linares con Daniela del Varo, Sara Versace
Locandina
Testi: Anna Maria Saba
Progetto tipografico: Mateo León
Progetto grafico: Caterina Tombesi
M.B./Redazione Madrid