MADRID. – Un dominio che si è concretizzato ieri, a due giornate dalla fine del campionato cadetto. Ora, anche la matematica dà ragione al Parma: il prestigioso club gialloblù torna in Serie A e lo fa dopo 3 anni di assenza dal palcoscenico più importante. Decisivo è stato il pareggio di ieri ottenuto allo stadio San Nicola contro il Bari. Un’1-1 che ha permesso alla formazione di Fabio Pecchia di volare nella massima serie, al termine di un campionato (mancano però ancora due turni) che l’ha vista sempre protagonista.
Già, davvero una corsa forsennata quella del Parma, prima in classifica ininterrottamente dalla decima giornata, da quando ha poi iniziato a premere ulteriormente sull’acceleratore, senza più fermarsi e lasciando indietro tutti gli avversari. Per i ducali, che ritrovano la Serie A dopo oltre 1000 giorni, è stato dunque un percorso trionfale nel quale hanno subito appena quattro sconfitte e si sono contraddistinti finora per aver collezionato 74 punti, con ben 21 vittorie costruite con classe e personalità sul campo.
Dopo il fischio finale di Bari, complice anche la rocambolesca sconfitta del Venezia a Catanzaro, ieri sera a Parma si è potuta finalmente scatenare la festa. La tranquilla città emiliana, improvvisamente, si è così accesa ed ha iniziato a festeggiare sotto la pioggia, in attesa dell’abbraccio collettivo alla squadra, che si materializzerà in modo ufficiale domenica prossima al Tardini, nella gara contro la Cremonese.
Tra i protagonisti del trionfo senza dubbio la proprietà americana del club, con in testa il presidente Kyle Krause, il quale ieri, prima di recarsi a Piazza Garibaldi con tutti gli artefici dell’impresa, ha dichiarato: “Una sola parola per definire la promozione: bellissima”. Poche, sentite parole che sono bastate per scatenare l’ovazione dei tifosi: “Presidente portaci in Europa!” – gli hanno gridato i sostenitori del Parma – che ora sognano un prestigioso ritorno al passato.
Un ritorno agli anni ’90, quando il Parma dava spettacolo (e vinceva) sia in Italia che in Europa. Senza mai centrare lo scudetto, è vero, ma quella di Callisto Tanzi al Parma può essere considerata una vera e propria era: acquistato quando era una neopromossa in A, con lui il club gialloblù passò dall’essere una semplice realtà di provincia a una delle big indiscusse del calcio italiano, affermandosi anche nelle competizioni europee.
Nel palmares gialloblù di quegli anni ecco dunque 2 Coppe Uefa (1995 e 1999), 1 Coppa delle Coppe (1993), 1 Supercoppa Europea (1993), 3 Coppe Italia (1992, 1999 e 2002) e 1 Supercoppa italiana (1999). Dal 1989 al 2003, sotto la gestione Tanzi, sono passati anche fior di campioni. Fino al tracollo della Parmalat, a inizio degli anni Duemila, che sancì la fine di un sogno.
Tra i campioni che, in quegli anni ruggenti, hanno vestito la maglia dei ducali, ricordiamo Faustino Asprilla, Gianfranco Zola, Gigi Buffon, il Pallone d’Oro 1994 Hristo Stoichkov, Fabio Cannavaro, Lilian Thuram, Enrico Chiesa, Hernan Crespo, Pippo Inzaghi, Juan Sebastian Veron, Adriano, solo per citarne alcuni. Senza dimenticare gli “storici” Lorenzo Minotti, Luigi Apolloni, Antonio Benarrivo e Dino Baggio.
La forza del club si evinceva in quegli anni anche dal prestigio degli uomini che si sono succeduti in panchina, Nevio Scala e Carlo Ancelotti su tutti. I tifosi del Parma ora già sognano. D’altronde, il gruppo Krause si è dimostrato una vera e propria potenza finanziaria, capace di fatturare solo nel 2019 una cifra vicina ai 2,8 miliardi di dollari. Tornare ai fasti del passato? Difficile, ma non impossibile per questo giovane Parma ambizioso. E, da oggi, anche vincente.