Inchiesta Trapani, prosciolte le Ong

In una foto d'archivio una nave riscatto migranti di Medici senza Frontiere.
In una foto d'archivio una nave riscatto migranti di Medici senza Frontiere. (ANSA)

MADRID. – Dopo 7 anni di inchiesta, si chiude con un non luogo a procedere per i 10 imputati, membri degli equipaggi delle navi delle ong Jugend Rettet, Save The Children e Medici Senza Frontiere, il processo avviato nel 2017 con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. È caduta stamattina la maxi-inchiesta che era stata avviata dalla procura di Trapani, risalente ai tempi in cui – ricorda oggi Medici senza Frontiere – “era iniziata la propaganda che ha trasformato i soccorritori in “taxi del mare” e “amici dei trafficanti”.

La procura di Trapani all’inizio del mese di marzo aveva presentato una richiesta di archiviazione per tutti gli indagati, che rischiavano fino a 20 anni di carcere. La vicenda era diventata poi nota come caso Iuventa perché propri la vicenda della piccola ong tedesca Jugend Rettet e della sua nave, Iuventa appunto, di fatto “fatta fuori” dai soccorsi a causa di questa inchiesta, era quella più rilevante e interessante.

“Oggi il giudice del tribunale di Trapani ha deciso di chiudere la causa contro l’equipaggio della iuventa. Ma è difficile festeggiare vivendo nella fortezza Europa. Sappiamo che hanno raggiunto gran parte dei loro obiettivi. A seguito di un’indagine imperfetta guidata da motivi politici, migliaia di persone sono morte nel Mediterraneo o sono tornate forzatamente nella Libia lacerata dalla guerra“, ha ricordato il capomissione Sascha Girke.

“Oggi, come ogni giorno, gli Stati europei continueranno a progettare e attuare misure per annegare, respingere, imprigionare, picchiare e soffocare le persone in movimento. Questa è la logica terrificante della fortezza Europa, per la quale la Iuventa rappresenta una minaccia”.

Secondo Medici Senza Frontiere “il giudice ha chiuso definitivamente il caso decretando l’infondatezza delle accuse e spazzando via qualunque sospetto di collaborazione con i trafficanti. Gli attacchi alla solidarietà continuano attraverso uno stillicidio di altre azioni: decreti restrittivi, detenzione delle navi civili, supporto alla guardia costiera libica che ostacola pericolosamente i soccorsi e alimenta sofferenze e violazioni, mentre le morti in mare continuano ad aumentare” ha spiegato Christos Christou, presidente internazionale di MSF.

Save the Children spiega invece: “siamo sempre stati fiduciosi in un esito positivo, consapevoli di aver operato nella piena legalità. Negli anni in cui la missione di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale è stata attiva, tra il 2016 e il 2017, abbiamo soccorso quasi 10 mila persone esposte al rischio di annegamento, compresi 1.500 bambini”.

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