Scontri in Libano, Mar Rosso e Gaza

Foto di Military_Material da Pixabay

MADRID. – Questa mattina un aereo da caccia israeliano ha attaccato un’area dove, come si legge in una nota “erano in costruzione delle infrastrutture terroristiche” nonché una struttura militare appartenente a Hezbollah. Inoltre, ieri notte, l’aeronautica militare ha attaccato un quartier generale militare nella zona di Kfar Shuba, sempre in Libano. 

Questi attacchi fanno seguito ai precedenti attacchi dell’IDF di ieri mattina, in cui i soldati hanno attaccato un edificio militare nella regione di A-Nakura da dove erano stati esplosi colpi di arma da fuoco verso il territorio dello Stato di Israele. 

 E se la situazione al confine col Libano resta caldissima, va ancora peggio a Gaza dove nelle ultime 24 ore Tsahal ha attaccato ben 150 obiettivi. Il tutto mentre i ribelli Houthi dello Yemen hanno lanciato il più grande attacco di droni e missili contro le navi in transito nel Mar Rosso, costringendo le marine americana e britannica ad abbattere i vettori esplosivi aprendo il fuoco a ripetizione, come hanno reso noto questa mattina le stesse fonti militari occidentali. Al momento non si registra alcun ferito. 

L’attacco degli Houthi, sostenuti dall’Iran, è avvenuto proprio nell’imminenza del voto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che dovrebbe condannare tali azioni e chiedere una sospensione immediata degli attacchi dei ribelli, che sostengono ai agire a favore della lotta di Hamas nella Striscia di Gaza. 

 Sul fronte diplomatico, si svolge questa mattina l’incontro tra il segretario di Stato americano Antonty Blinken e il presidente palestinese Mahmoud Abbas a Ramallah, nella Cisgiordania occupata da Israele. Ieri, dopo l’attesissimo faccia a faccia con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il capo della diplomazia di Washington ha ribadito un concetto già più volte espresso dall’amministrazione Biden, ovvero che lo Stato palestinese deve essere parte degli sforzi di normalizzazione israeliani nella regione, anche con la partecipazione dell’Arabia Saudita. 

Per Blinken la normalizzazione non può avvenire a scapito “di un orizzonte politico per i palestinesi e, in definitiva, di uno Stato palestinese”. Blinken ha assicurato a Israele l’impegno costante per la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas: “Per loro, ogni ora, ogni minuto in cui sono separati dai loro cari è un’eternità”, ha detto. Ma, ha aggiunto, “Il tempo sembra diverso anche per le famiglie di Gaza, centinaia di migliaia delle quali soffrono di insicurezza alimentare”. “Più cibo, più medicine e beni essenziali devono arrivare a Gaza e arrivare in modo più efficace” alla popolazione di Gaza, ha detto ancora Blinken. 

(Redazione/9colonne)

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