MADRID. – Secondo il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ), dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas almeno 53 giornalisti hanno perso la vita. Tra le vittime si contano quarantasei palestinesi, quattro israeliani e tre libanesi.
Inoltre, il CPJ sostiene che undici giornalisti sono rimasti feriti, tre risultano dispersi e diciotto sono stati arrestati. La commissione afferma infine di condurre indagini su “numerose notizie non confermate di giornalisti uccisi, scomparsi, fatti prigionieri, feriti o minacciati”.
Il CPJ sta indagando su tutte le segnalazioni di giornalisti e operatori dei media uccisi, feriti o dispersi durante la guerra, che ha portato al mese più mortale per i giornalisti da quando il Comitato ha iniziato a raccogliere dati nel 1992.
“Al 22 novembre – viene sottolineato sul sito del Comitato – le indagini preliminari del CPJ hanno mostrato che almeno 53 giornalisti e operatori dei media figurano tra gli oltre 15.000 uccisi dall’inizio delle ostilità, il 7 ottobre, con oltre 14.000 morti palestinesi a Gaza e in Cisgiordania e 1.200 morti in Israele”.
Il giorno più nefasto per i giornalisti è stato proprio il 7 ottobre con sei operatori dell’informazione uccisi seguito dal 18 novembre con cinque. “Il CPJ riafferma che i giornalisti sono civili che svolgono un lavoro importante in questi tempi di crisi e non dovrebbero essere presi di mira dalle parti in lotta”, ha affermato il coordinatore del programma CPJ per il Medio Oriente e il Nord Africa, Sherif Mansour.
(Redazione/9colonne)