MADRID. – “Il PNRR è uno dei principali responsabili dell’accelerazione delle opere pubbliche, sui bandi, ma non è la totalità. Ci sono altre risorse che riguardano opere strategiche che quindi superano il 2026. Questo significa che governo e parlamento dovranno impegnarsi per studiare metodi per un corretto utilizzo delle risorse esistenti. La strategia non può essere solo la scadenza del PNRR. Esistono tante modalità e tante opere prioritarie, se vogliamo mettere ordine, spetta al Parlamento riflettere”.
Lo ha affermato Giuseppe Busia, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione – ANAC, alla presentazione del rapporto Infrastrutture strategiche e prioritarie 2023, in Commissione Ambiente della Camera. “C’è stata una riduzione dei numeri dei partecipanti ai bandi, il che indica che l’amministrazione pubblica ha molte risorse per investire, ma il settore privato non riesce a stare dietro perché forse ha meno risorse e meno mezzi – ha proseguito Busia – Tutto il sistema avrebbe dovuto puntare a maggiori investimenti al Sud, invece abbiamo 181 miliardi al Nord contro i 158 al Sud. Persiste il problema annoso del dislivello che il PNRR non ha saputo superare”.
Bellicini (Cresme): “Grande accelerazione dello sviluppo dei lavori in Italia”
“Siamo di fronte ad una fase di accelerazione dello sviluppo delle infrastrutture strategiche del nostro Paese. Oggi parliamo di quasi 448 miliardi di euro che rappresentano la sfida infrastrutturale del paese. Ci sono 54 miliardi in più, rispetto alla rilevazione di maggio 2022, di cui 30 miliardi sono frutto dell’avanzamento dei lavori e della variazione dei costi che ci sono stati, più 14,6 miliardi di euro circa previsti per il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina”, ha detto Lorenzo Bellicini, direttore di Cresme Ricerche.
(Redazione/9colonne)