MADRID. – Entro sei mesi il governo “è delegato ad adottare, su proposta del ministro del lavoro” una serie di decreti legislativi “in materia di retribuzione dei lavoratori e contrattazione collettiva”, con l’obiettivo di “garantire l’attuazione del diritto di ogni lavoratore e lavoratrice a una retribuzione proporzionata e sufficiente, come sancito dall’articolo 36 della Costituzione”.
E’ quanto prevede un emendamento sottoscritto da tutti i capigruppo del centrodestra in commissione Lavoro alla Camera, dove è in discussione la proposta di legge sul salario minimo. Una decisione che, dopo la sospensiva estiva e il coinvolgimento del Cnel, non è piaciuta alle opposizioni, tutte (tranne Italia Viva) promotrici della proposta di legge.
“Sul salario minimo il governo si sta predisponendo per sgonfiare la palla, addirittura umilieranno il parlamento passando al decreto legislativo per prender tempo e sfiammare l’onda che si è levata in tutto il paese” afferma il leader M5S Giuseppe Conte.
“E’ un colpo di mano. Si trasforma una legge delle opposizioni in una delega al Governo. Dove di salario minimo non c’è traccia e si apre pericolosamente al principio delle gabbie salariali. La nostra opposizione sarà durissima. Ancora una volta il Parlamento verrà mortificato e ridotto a un soprammobile” sottolinea Arturo Scotto, capogruppo del Pd in commissione Lavoro della Camera.
(Redazione/9colonne)