Innovazione Neuroscientifica: proteina ‘ingegnerizzata’ per potenziare la memoria

Pronto l'Atlante delle cellule del cervello, per capire meglio molte malattie (fonte: Sabine Zierer da Pixabay)
Pronto l'Atlante delle cellule del cervello, per capire meglio molte malattie (fonte: Sabine Zierer da Pixabay)

MADRID. – Un passo significativo verso il potenziamento della memoria è stato compiuto da un team di neuroscienziati presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica e la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs. Gli studiosi hanno adottato un approccio innovativo, utilizzando la modifica genetica per “ingegnerizzare” una proteina fondamentale per il funzionamento del cervello.

Alla proteina, LIMK1, è stato aggiunto un “interruttore molecolare” che la accende in risposta alla somministrazione di un farmaco, la rapamicina, cui si guarda già con speranza proprio perché è risultato avere diversi effetti anti-aging anche sul cervello.

È il risultato di uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Science Advances che vede coinvolti l’Università Cattolica, Campus di Roma e la Fondazione Policlinico Gemelli. Lo studio è stato coordinato dal Prof. Claudio Grassi, Ordinario di Fisiologia, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze. 

La molecola in questione, normalmente attiva nel cervello e con un ruolo chiave nella memoria, è stata sottoposta a una serie di modifiche genetiche mirate per potenziare le sue proprietà cognitive. Lo studio pionieristico si basa sull’idea di manipolare geneticamente le proteine coinvolte nei processi di memoria per migliorarne le funzioni.

Il team di ricerca, composto da esperti dell’Università Cattolica e del Gemelli, ha implementato questa nuova tecnica con l’obiettivo di comprendere in modo più approfondito i meccanismi che regolano la memoria e, allo stesso tempo, esplorare le possibilità di sviluppare strategie per potenziare le capacità cognitive.

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