ROMA. – Jorginho è stato uno dei protagonisti del successo a EURO 2020, formando con Verratti e Barella un centrocampo perfettamente assortito. Poi i due errori dal dischetto con la Svizzera gli sono costati l’appellativo di essere il responsabile della mancata qualificazione dell`Italia al Mondiale. Punto fermo per Mancini, dopo aver saltato le finestre di settembre e ottobre l`ottimo avvio di stagione con l`Arsenal ha convinto Spalletti a richiamarlo in Nazionale, a cinque mesi di distanza dall`ultima apparizione nelle Finals di Nations League: “Non ho mai pensato che quella potesse essere la mia ultima esperienza in azzurro – dichiara in conferenza stampa – ho tanto da dare al mister, ai miei compagni e alla nostra gente. Quello che ho sentito dopo l`Europeo lo voglio risentire, ho ancora tanto da dare alla Nazionale”.
Sorride più volte in conferenza Jorginho, scherzando quando un giornalista gli chiede cosa proverà a tornare nello stadio dove ha sbagliato uno dei due rigori con la Svizzera: “Grazie per il bel ricordo… È sempre bello giocare all’Olimpico, speriamo che sia pieno perché abbiamo bisogno di energia positiva. Se dovesse capitare di calciare un rigore non mi tirerei indietro, lo batterei senza nessun problema”. Titolare nella triste notte di Palermo, quando l`Italia vide sfumare la possibilità di andare in Qatar, conosce bene le insidie che può nascondere la partita con la Macedonia del Nord: “Mi aspetto una Macedonia chiusa, compatta, che cercherà di colpirci in contropiede. Dovremo essere organizzati, cercare di attaccare e segnare, ma senza concedere.
Abbiamo concesso due tiri in due partite e ci hanno fatto due gol, questo vuol dire che possono farci male alla prima occasione”.
Spalletti ha apprezzato la sua voglia di riprendersi la Nazionale, sottolineando in conferenza stampa come sia stato il primo domenica sera a varcare il cancello di Coverciano: “È tornato ad essere l`uomo squadra – ha dichiarato – il regista che indica la via”. Parole importanti, a dimostrazione della forte stima che il neo Ct nutre nei confronti dell`ex centrocampista del Napoli: “Mi ha accolto bene – conferma Jorginho – mi ha fatto piacere che mi abbia richiamato, ci tenevo. Mi ha detto cosa si aspetta da me: tenere la squadra compatta, provare a fare un gioco propositivo”.
Se dovesse giocare con Macedonia del Nord e Ucraina raggiungerebbe le 50 presenze in Nazionale, un bel traguardo per un calciatore che deve ancora spegnere 32 candeline: “Sono cresciuto tanto a livello di campo, di esperienza. Ho cambiato squadra, allenatore, quindi ora ho più informazioni. Ho capito ancora di più il gioco”. Per il futuro non esclude una nuova esperienza nel campionato italiano: “Vorrei tornare, ma non so quale possa essere il momento giusto perché sono felicissimo all’Arsenal. Ci vuole sempre tempo quando cambi squadra, ma i primi sei mesi all’Arsenal non sono stati negativi, anzi. Un mio erede? Arriverà qualcuno e sono certo che potrà fare bene tanto quanto me, per ora vi dovete accontentare – aggiunge sorridendo -. In quel ruolo bisogna mettere il bene della squadra prima del tuo, bisogna far giocare bene chi ti sta intorno cercando di fare le cose semplici”.
Passato e presente. Mancini e Spalletti: “Non mi piace molto fare le comparazioni, ma sono senza dubbio due allenatori con grande esperienza. Parlano entrambi con sincerità ed è importante che la squadra senta questa sincerità, questa chiarezza dal mister”.
Detto che in Italia bisogna dare più fiducia ai giovani (“spesso non ci si crede abbastanza”), in questa Nazionale non mancano leader del calibro di Chiellini e Bonucci: “Ogni volta che c’è un cambiamento, che arrivano altri giocatori nuovi, devono crescere.
Ci sono giocatori di grande personalità che possono lasciare il loro marchio nella Nazionale facendo tante belle cose: Di Lorenzo, Cristante e Locatelli sono giocatori che stanno venendo fuori con grande personalità”.
(Adx /askanews)