MADRID. – “Chiarire se il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto abbia firmato un memorandum con l’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia e Arcelor Mittal, e se il Governo intenda procedere alla cessione delle quote pubbliche ad Arcelor Mittal, rinunciando al percorso finalizzato a portare Invitalia al 60 per cento del capitale di ADI.
E ancora, se il Governo intenda rendere pubblici i contenuti del memorandum e quali siano le condizioni e le prospettive per ADI e la strategia che si intende mettere in atto, in assenza di un piano industriale, per garantire la continuità aziendale e i livelli occupazionali di una realtà di importanza strategica per il Paese.
Sono solo alcune delle richieste che il Partito democratico presenta al governo, in una interpellanza a prima firma Francesco Boccia. Il Pd chiede inoltre quali misure si intenda adottare al fine di rimuovere il rinvio sine die degli interventi di ambientalizzazione del sito, tenuto conto del giudizio pendente presso la Corte di giustizia della UE e del parere espresso dalla Commissione europea sulla legittimità delle autorizzazioni ambientali concesse allo stabilimento ex ILVA di Taranto, se sia intenzione del Governo istituire un tavolo permanente, con il coinvolgimento delle istituzioni locali, e infine se sia intenzione del Governo favorire la dismissione di altri importanti impianti siderurgici in Italia, a partire da quello di Piombino, e quali iniziative si intenda adottare per fronteggiare la preoccupante situazione anche negli stabilimenti ex ILVA di Genova Cornigliano e Novi Ligure”.
I provvedimenti finora adottati dal Governo per affrontare la situazione dell’ex ILVA di Taranto, si legge nella premessa dell’interpellanza, “ne hanno aggravato lo stato di crisi, capovolgendo il percorso finalizzato alla ripresa dei livelli produttivi e occupazionali, alla decarbonizzazione della produzione e alla messa in sicurezza ambientale del sito. Gran parte delle misure finora adottate rispondono alle richieste di Arcelor Mittal, con grave pregiudizio per gli interessi dei lavoratori, delle imprese dell’indotto, della città di Taranto, della tutela della salute dei cittadini e dell’interesse nazionale”.
La risposta del governo ha chiarito solo in parte i dubbi dell’opposizione, che ha anzi lamentato l’assenza del ministro Fitto, sostituito dalla sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Matilde Siracusano. La quale ha spiegato che lo scorso 20 ottobre si è svolto un incontro con i sindacati sull’ex Ilva nel quale “è stata definita una road map nel confronto con l’azienda con due confini invalicabili e da scongiurare ad ogni costo: la chiusura de facto, ovvero per inerzia, e la liquidazione”. Una nuova riunione con sindacati è in programma per il 9 novembre.
(Redazione/9colonne)