MADRID. – Il muro sovranista non sfonda e non si conferma in Polonia, e a Varsavia si profila un cambio della guardia. La tornata elettorale che il Financial times aveva definito “il più importante di quest’anno nell’Unione Europea” perché “poiché potrebbe cambiare le relazioni tra Bruxelles e il più grande stato membro dell’Europa centrale e orientale dopo anni di conflitto” restituisce una Polonia spaccata, in cui però l’ondata nazional-conservatore del PiS (Diritto e Giustizia) di Kaczinski, molto vicino all’Ungheria di Orban, finisce per affievolirsi.
Il PiS, a scrutini quasi conclusi, è in testa ma senza una maggioranza di coalizione: l’ex presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, potrebbe a questo punto formare un governo con Terza Via e Sinistra, e dunque un esecutivo più filoeuropeo dell’attuale. Anche se i risultati finali saranno probabilmente disponibili solamente martedì, Tusk già parla da vincitore.
“Nessuno sarà in grado di rubarci questa vittoria elettorale. Ce l’abbiamo fatta, la democrazia ha vinto e tutto indica che questo risultato può essere ancora migliore. Ma oggi possiamo dire: questa è la fine dei brutti tempi! Questa è la fine del PiS!”.
Il ruolo della Polonia
Donald Tusk è stato Presidente del Consiglio europeo dal 2014 al 2019, e primo ministro della Polonia dal 2007 al 2014 e presidente del partito Piattaforma Civica (in polacco: Platforma Obywatelska, PO), di cui è anche cofondatore (2001), dal 2003 al 20141. Tusk è noto per la sua posizione politica che combina l’atlantismo, l’europeismo, un deciso sostegno all’economia di mercato, il liberalismo e un moderato conservatorismo.
In questi anni la Polonia ha fatto parte del cosiddetto gruppo di Visegrad, caratterizzato da un estremo conservatorismo, e contemporaneamente il paese ha assunto una rilevanza strategica enorme per via dell’invasione russa in Ucraina, quale ultimo baluardo dell’Unione Europea, e per le questioni migratorie, in seguito ai tentativi di destabilizzazione della Bielorussia che per anni ha spinto verso il confine polacco centinaia di migranti in arrivo da Siria, Afghanistan, Pakistan. Per tutti questi motivi l’esito delle elezioni in Polonia era molto atteso in tutto il continente.
(Redazione/9colonne)