MADRID. – “Ribadisco che il video in questione che ritrae il giudice Iolanda Apostolico nella manifestazione pubblica al porto di Catania il 25 agosto del 2018 non proviene da documentazione della questura di Catania. In alcuno degli atti redatti all’epoca dal personale impiegato nei servizi di ordine pubblico e a seguito dei fatti verificatisi nel corso della manifestazione è menzionata la dottoressa Apostolico”.
Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che dopo l’intervento di ieri in Commissione affari costituzionali alla Camera del sottosegretario Nicola Molteni, risponde al question time in Senato a un’interrogazione del Pd sul tema del video che documenta la partecipazione della giudice di Catania, Iolanda Apostolico, a una manifestazione del 2018 contro l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, video diffuso lo scorso 5 ottobre sui social proprio dallo stesso Salvini.
“La questura di Catania, a seguito di quella manifestazione pubblica, dopo aver acquisito le riprese video effettuate dalla Polizia scientifica, inoltrò il 21 settembre di quell’anno una segnalazione all’autorità giudiziaria, senza individuare responsabilità penale da parte dei partecipanti alla manifestazione” spiega il responsabile del Viminale, che sul punto della diffusione del video si limita a dire: “È notorio che i fatti attinenti alla recente diffusione di video riguardanti la manifestazione in questione sono ora all’attenzione della procura della Repubblica di Catania”. Sulla base del quadro normativo, precisa Piantedosi, “gli uffici di Polizia non detengono, né tantomeno conservano video o immagini non ufficiali e, per quanto riguarda le riprese non utili effettuate durante i servizi di ordine e sicurezza pubblica, non esiste un archivio informatico o una banca dati per la loro conservazione. Sottolineo infine che le immagini video raccolte dalla Polizia di Stato non sono sottoposte a elaborazioni informatiche a fini identificativi”.
Intanto, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha precisato: “A seguito di 4 interrogazioni parlamentari, essendo doveroso rispondere, ho dato mandato alle articolazioni competenti del ministero di acquisire articoli di stampa e pubblicazioni sui social media relativi alla giudice di Catania, Iolanda Apostolico. Non si tratta di un accertamento ispettivo né tanto meno dell’avvio di un’azione disciplinare”.
La risposta del Pd
Non soddisfatto della risposta il Pd: “Non c ‘è stata nessuna risposta, a fronte del fatto che dopo ben 5 anni da una presenza a una manifestazione, spunta un video, guarda caso subito dopo un provvedimento giurisdizionale che smentisce la validità anche solo giuridica delle disposizioni contenute nel cosiddetto decreto Cutro”. Così la senatrice Pd e vicepresidente di Palazzo Madama, Anna Rossomando.
“Sin dall’inizio – aggiunge – ci sono state reazioni piuttosto scomposte, subito la premier e altri rappresentanti del governo si sono scandalizzati perché il provvedimento giurisdizionale non era in linea con le politiche e il programma del governo, saltando con un balzo solo la separazione tra i poteri dello Stato. Ma la cosa più grave è che spunta fuori un video dove risulterebbe presente a questa manifestazione la giudice Apostolico, e si utilizza questo video per chiederne le dimissioni, attaccarla personalmente e financo evocare provvedimenti disciplinari.
A tutt’oggi non è dato sapere come è stato girato questo video, posto che dalle immagini in circolazione pare che sia stato girato da una postazione non accessibile ai cittadini e come ne sia entrato in possesso un ministro della Repubblica. In queste ore – continua la senatrice dem – abbiamo sentito il sottosegretario Molteni dire che non vi era nulla di ufficiale, parlare di un carabiniere che si sarebbe autoproclamato come autore del video ma poi avrebbe ritrattato, poi è venuto fuori che lo stesso carabiniere ha smentito di aver mai ‘confessato’ di essere l’autore del video”.
Secondo Rossomando “i cittadini hanno diritto di sapere se i loro dati personali possono essere archiviati e tirati fuori all’occorrenza per attacchi personali: i provvedimenti possono essere criticati nelle sedi giudiziarie, impugnati, non discutiamo in questo momento se sia opportuno presenziare a pubbliche manifestazioni da parte di magistrati, sebbene la Costituzione garantisca questo diritto a tutti i cittadini: oggi il punto è soltanto uno e su questo non sono state date risposte. Anzi, rimangono inquietanti interrogativi” conclude la senatrice.
(Redazione/9colonne)