MADRID. – Il superbonus è stato una “norma dai tanti buoni propositi ma che ad un’analisi costi-benefici postuma, non viene giustificata dagli effetti espansivi rispetto ai problemi creati sui conti pubblici, o sull’aumento dei prezzi nel settore. Come sottolineato dal ministro Giorgetti in sede di presentazione della Nadef, l’indebitamento netto per l’anno in corso è previsto al 5,2 per cento del Pil, superiore di 0,7 punti percentuali rispetto all’obiettivo indicato nel Def. Tale disallineamento rispetto alle stime programmatiche di aprile è riconducibile agli effetti derivanti dai costi dei bonus edilizi”.
Così il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto in commissione Ambiente alla Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia. Sempre parlando di superbonus, Pichetto illustra i numeri: “Al 30 settembre 2023, secondo i dati Enea, il numero totale delle asseverazioni è stato pari a 430.661. Di questi il 17% corrisponde a interventi su edifici condominiali. Gli investimenti ammessi a detrazione a livello nazionale erano pari a circa 88,17 miliardi.
Per quanto riguarda invece le detrazioni che riguardano lavori già conclusi ammontano a 72,5 miliardi. Complessivamente, al 30 settembre, si sono registrate 78.260 asseverazioni relative a condomini, per un investimento di 50,3 miliardi, pari al 56,7% del valore complessivo, 237.127 asseverazioni relative a edifici unifamiliari per un totale di 27,8 miliardi di investimento, pari al 30,7% dell’investimento complessivo, e 115.267 asseverazioni per lavori in unità immobiliari indipendenti (investimento pari a 11,3 miliardi pari al 12,6% del totale)”.
Incentivi edilizi stabili nel tempo
“Al fine di rispondere a tali sfidanti obiettivi per il settore civile, la bozza di Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, inviato alla Commissione europea a giugno 2023 che anche il parlamento ha ricevuto, prevede l’attuazione di una riforma generale delle detrazioni, che affronti con un approccio integrato ed efficiente le opere di riqualificazione degli edifici residenziali esistenti e superi l’attuale frammentazione delle varie detrazioni ad oggi attive” sottolinea il ministro, per poi aggiungere che “la prospettiva appena delineata deve essere affiancata da un quadro di incentivi edilizi stabili nel tempo e che dobbiamo definire nell’attuazione della delega fiscale”.
Le case green
In merito alla direttiva europea sulle case green , il ministro invece commenta: “Nell’ambito dei triloghi come Italia stiamo rimarcando la peculiarità del contesto italiano. Il ragionamento è sostanzialmente questo: noi abbiamo un patrimonio particolare: abbiamo 31 milioni di fabbricati, ne abbiamo 21 oltre la classe D, diverso da quello di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come ‘bene rifugio’ delle famiglie italiane.
Individuare una quota di patrimonio edilizio esentabile per motivi di fattibilità economica è un passo doveroso e necessario, ma gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti, per come delineati ad oggi, non sono raggiungibili per il nostro Paese”. Rispetto al testo iniziale proposto dalla Commissione, che stabiliva target unici per tutte le tipologie di immobili al 2030, il testo avallato dal Consiglio europeo prevede che solo gli edifici residenziali di nuova costruzione dovranno essere ad emissioni zero entro il 2030. Per gli edifici residenziali esistenti la deadline per il raggiungimento del target è il 2050, inoltre sono previste delle esenzioni per alcune tipologie di edifici, tra cui gli edifici storici, i luoghi di culto e gli edifici utilizzati a scopi di difesa.
“I temi particolarmente controversi nell’ambito dei triloghi investono, in primis, il timing del raggiungimento dei target – continua il ministro – Sul punto, ribadisco che occorre individuare un percorso di azioni realistiche, concrete e realizzabili. Secondo aspetto: occorre definire un quadro preciso di finanziamenti ed incentivi a livello europeo è fondamentale per la concreta realizzazione delle misure.
Altro tema controverso riguarda l’omogeneità degli Attestati di prestazione per determinare il contingente di edifici sul quale intervenire. Non vogliamo che per difformità di classi o valutazioni ci possa essere un vantaggio o una penalizzazione nel punto di partenza per gli Stati membri. Occorrono parametri omogenei per la fotografia iniziale del parco immobiliare. “Ed è questo il motivo – conclude Pichetto – per cui ho dato mandato ad un gruppo di esperti di approfondire la tematica e fornire un quadro chiaro sul punto”.
(Redazione/9colonne)