Presidente Maduro: “Gesù crocifisso dall’impero spagnolo”

CARACAS – Palestinese e antimperialista. Nei giorni scorsi, il presidente della Repubblica, Nicolás Maduro, riferendosi ai tragici avvenimenti che sconvolgono oggi la Striscia di Gaza, ha commentato che Gesù era palestinese e che la sua morte è stata responsabilità dell’Impero spagnolo.

– Gesù – ha affermato il capo dello Stato – era un giovane palestinese

Quindi, riscrivendo la storia, ha aggiunto:

– È stato crocifisso dall’impero spagnolo e dalle oligarchie che dominavano l’area. È morto – ha sottolineato – come un uomo palestinese ed è risorto come spirito palestinese.

Dopo un primo momento di sorpresa, le agenzie stampa hanno cominciato a “battere” la “gaffe” del capo dello Stato mentre il video delle sue dichiarazioni diventava virale sui socialnetwork. In effetti, che esistesse la Palestina all’epoca di Gesù è un falso storico, come lo è anche che esistesse un “impero spagnolo”.

Come risulta dai documenti dell’epoca e dalla lettura dei Vangeli, l’area geografica che oggi chiamiamo Palestina, ai tempi di Gesù era conosciuta con i nomi di Samaria, Giudea o Galilea.

È anche poco probabile che a crocifiggere Gesù sia stato l’impero spagnolo perché, allora, semplicemente non esisteva. Ai tempi di Gesù era un’area geografica che, dopo averla conquistata, i romani battezzarono col nome di “Hispania”. Ma, perché ció avvenisse, bisogna attendere il il II e il III secolo dopo Cristo. E poi, qualora ci fosse ancora alcun dubbio, a condannare alla crocifissione Gesù, lavandosi le mani, fu Ponzio Pilato, prefetto della provincia romana della Giudea.

Infine, per chi non lo sapesse, secondo quanto narra Lucca nel suo Vangelo, Gesù, seguendo la prassi ebraica, fu circonciso otto giorni dopo la sua nascita.

Ciò non toglie, comunque, che l’orrore vissuto dagli israeliani il fine settimana e quello che vivono oggi i palestinesi nella Striscia di Gaza, trasformata da anni in un carcere a cielo aperto da Israele, siano da condannare. Tanta crudeltà solo può alimentare rancori e violenza.

Redazione Caracas