MADRID. – È indubbio che dalla serata di ieri l’attenzione di Kiev si stia appuntando oltre che sul campo di battaglia anche su quanto va accadendo negli Stati Uniti, dove il leader repubblicano della Camera dei Rappresentanti, Kevin McCarthy, è stato destituito con una mozione di sfiducia, vittima di liti fratricide all’interno del suo partito.
Un vero e proprio terremoto politico che potrebbe avere, nella peggiore delle ipotesi dal punto di vista ucraino, pesantissime ricadute sulla fornitura di armi. Del resto, i suoi oppositori lo hanno accusato di aver concluso un “accordo segreto” con il presidente Joe Biden proprio su un possibile pacchetto di aiuti per l’Ucraina.
Il fatto è che ormai l’ala destra dell'”elefantino” si oppone fermamente allo stanziamento di fondi aggiuntivi per Kiev, ritenendo che questi soldi dovrebbero invece essere utilizzati per combattere la crisi migratoria al confine col Messico.
E mentre Biden non perde occasione per rassicurare gli alleati degli Stati Uniti sulla continuità del sostegno americano all’Ucraina, il Dipartimento della Difesa Usa ha ricordato che restano a disposizione dell’Ucraina 5,4 miliardi di dollari in attrezzature e 1,6 miliardi per ricostituire le proprie scorte di armi e munizioni.
“Abbiamo abbastanza disponibilità finanziaria per soddisfare le esigenze dell’Ucraina per un po’ di tempo, ma abbiamo bisogno che il Congresso agisca per garantire che non vi siano interruzioni nel nostro sostegno, in particolare nel momento in cui il Dipartimento della Difesa cerca di ricostituire le sue scorte”, ha affermato uno dei portavoce del Pentagono Sabrina Singh.
Gli aiuti militari Usa all’Ucraina
Da parte sua, il premier britannico Rishi Sunak ha esortato, di fronte alle notizie provenienti da oltre oceano, i partner internazionali a continuare ad armare Kiev. “Lo dico ai nostri alleati: se diamo gli strumenti necessari al presidente Zelensky, gli ucraini finiranno il lavoro”, ha dichiarato il capo del governo, durante un discorso al congresso del Partito conservatore a Manchester, ricordando che Londra è stata la prima a fornire carri armati all’esercito ucraino.
Certo, se gli Usa dovessero chiudere i rubinetti, per Kiev sarebbe un colpo durissimo: secondo il Centro per gli studi strategici e internazionali (CSIS), gli aiuti militari Usa all’Ucraina ammontano in media a 86 milioni di dollari al giorno (81,8 milioni di euro), ovvero 2,7 miliardi di dollari al giorno (2,57 miliardi di euro).
(Redazione/9colonne)