MADRID.- Una giornata densa di incontri molto interessanti per la comunità italiana di Madrid, quella di ieri 2 ottobre.
Il Circolo del Partito Democratico Sandro Pertini ha aperto il nuovo tesseramento con un importante incontro sul tema: “Sport e inclusione”, al quale hanno partecipato Reyes Maroto, ex Ministra e attuale portavoce del PSOE nel Comune di Madrid, Víctor Gutiérrez, giocatore della Nazionale di pallanuoto e segretario LGBT del PSOE, Andrea Quai studentessa e giocatrice di calcio nella squadra femminile dell’Inter e Massimo Bonelli, direttore della Scuola Statale Italiana di Madrid.
Parallelamente la galleria Captaloona Art ha inaugurato la nuova esposizione di artisti emergenti PitturiAmo Art.
Molte le persone che hanno partecipato alla riunione organizzata nel locale You&Mee da Michele Testoni, segretario del Circolo Pertini di Madrid ed Erik Zanon che ne è membro, e le loro aspettative sono state ampiamente soddisfatte.
Con grande livello culturale e umano sono stati affrontati temi difficili quali l’esclusione, e più spesso ancora lo scherno, che colpiscono le donne che vogliono partecipare a sport considerati prevalentemente maschili come appunto il calcio e le persone LGBTQI+ che, fin dai primi anni di scuola, sono vittime di bullying.
Nella presentazione Michele Testoni ed Erik Zanon hanno messo l’accento sul lavoro del Partito Democratico in Spagna e sull’importanza che riveste il parlare di tematiche che non riguardano solo una parte di persone ma che coinvolgono tutta la società e sono alla base di una civile convivenza.
La prima invitata a prendere la parola è stata la consigliera comunale ed ex Ministra Reyes Maroto che, come ha ben detto Erik Zanon è un riferimento per le donne di questo paese.
Maroto ha sottolineato l’importanza della politica nell’evoluzione della società dal momento che solo la politica può consolidare, attraverso le leggi, i diritti civili e sociali che ci permettono di crescere collettivamente. Ha poi rivendicato il valore del femminismo, che alcuni settori cercano di denigrare e mostrare in una luce estremamente negativa, sottolineando la necessità di assorbire le rivendicazioni femminili come un propulsore positivo per un mondo più giusto e più inclusivo. Lo stesso vale per la comunità LGBTQI+ e per tutte le minoranze che poi, sommate, diventano maggioranza dal momento che, ha spiegato Reyes Maroto, tutti siamo passibili di diventare parte di una minoranza discriminata a seguito di una malattia, di una disabilità, della mancanza di cultura, delle scelte religiose, della città di provenienza, del livello economico nostro o della nostra famiglia, ecc.
Maroto ha anche messo l’accento sulla difficoltà che devono affrontare molte famiglie per permettere ai figli di partecipare ad attività sportive extrascolastiche che sono molto care e che richiedono un impegno grande da parte dei genitori che devono accompagnare ragazze e ragazzi nei diversi allenamenti. “Anche queste sono discriminazioni che non possiamo lasciare inosservate perché tutti devono avere il diritto di fare attività sportive. Lo sport è importante per la mente e per il corpo, ma anche per la creazione di amicizie, per imparare a condividere allegrie e tristezze e per capire che nella vita si vince e si perde”.
“La primera vez que me llamaron maricón tenía 8 años”, così ha iniziato il suo intervento Víctor Gutiérrez che con toccante semplicità ha raccontato la sua storia di ragazzo gay appassionato di sport e in particolare di pallanuoto, sport in cui, con grande forza, è riuscito ad andare avanti fino a diventare membro della squadra nazionale.
Alle/i bambine/i e alle ragazze/i gay la mentalità maschilista e patriarcale ruba anni e anni della loro vita, ha detto Gutiérrez precisando che da quel primo “maricón” ricevuto quando aveva 8 anni fino ai 18, ossia fino al momento in cui ha avuto il coraggio di parlare con un amico della sua preferenza sessuale, non ha potuto vivere liberamente i suoi primi amori, non ha potuto confidare a nessuno ciò che sentiva dentro e ha dovuto nascondersi dietro a una maschera che non gli apparteneva.
Ha scritto un libro per parlare con lә ragazzә, per far capire loro che non sono solә nè tanto meno sbagliatә. È grazie a lui se oggi nello sport si punisce l’omofobia così come il razzismo. Infatti, dopo l’ennesimo “maricón” ricevuto durante una partita di pallanuoto lo scorso 2021, ha protestato ufficialmente e oggi, finalmente, questo tipo di offese vengono punite.
Un’esperienza molto simile, anche se da un fronte diverso e cioè da donna, ha vissuto Andrea Quai che, nel raccontare la sua storia, ha spiegato come l’amore per il calcio le sia stato trasmesso dai fratelli, entrambi giocatori, e dalla famiglia che li seguiva nei loro allenamenti.
Ma per Andrea, bambina di quinta elementare, era impossibile trovare una squadra femminile nella quale poter giocare e, di conseguenza, lo ha fatto in quella maschile della sua scuola. Subendone però le amare conseguenze. Gli stessi amici con cui condivideva le ore di lezione, in campo la emarginavano e, trasformavano soprattutto gli allenamenti, in un vero e proprio calvario dal momento che nessun gruppo la voleva. Costretta a stare anche più di un’ora seduta in panchina a volte al freddo, durante l’inverno, limitandosi a vedere gli amici giocare e senza un cenno di solidarietà da parte dell’allenatore, una ragazza meno tenace avrebbe certamente buttato la spugna. Ma non Andrea che, sebbene più volte si sia chiesta se effettivamente non stesse facendo una scelta sbagliata, non ha mai dato il braccio a torcere e finalmente, quasi per caso, è riuscita ad entrare in contatto con la squadra femminile dell’Inter e ad iniziare ad allenare e giocare con loro. Un sogno che si realizzava, un sogno che ha voluto con tutta sé stessa e che l’ha segnata e le ha dimostrato che lei è più forte degli altri e che può farcela a superare gli ostacoli che la vita inevitabilmente ci pone davanti.
Dopo queste confidenze fatte da parte di due giovani che sono stati vittime di bullismo per aver voluto seguire un sogno senza entrare in quella scatola che alcuni chiamano “normalità” ma che sarebbe più giusto chiamare carcere, il direttore della Scuola Statale Italiana di Madrid Massimo Bonelli, ha spiegato come la scuola italiana a differenza di altre cerca di essere quanto più inclusiva possibile anche con i bambini e ragazzi con handicap che vengono accolti e inseriti tra i compagni della loro stessa età senza discriminazione.
Pur cosciente della necessità di una costante attenzione verso possibili manifestazioni di intolleranza o emarginazione, Bonelli è convinto che nella scuola italiana il corpo docente sia molto sensibile a queste problematiche e che esista un comune interesse verso una scuola più giusta, preludio per una società più giusta.
La serata si è conclusa con alcune domande e risposte che hanno ulteriormente arricchito le esposizioni degli invitati.
Intanto a Captaloona Art Claudio Fiorentini ha accolto artisti italiani, spagnoli e di altri paesi europei che hanno partecipato alla collettiva PitturiAmo Art. I partecipanti sono stati selezionati in occasione del Premio Internazionale di Arte Contemporanea di Madrid dedicato quest’anno a Pablo Picasso.
Una performance musicale del polistrumentista Sebastián Vita ha contribuito a fare della serata una vera festa culturale.
Il prossimo appuntamento in galleria per la performance “The Sleepers” del gruppo teatrale Into the Aquarius sarà il prossimo 17 ottobre alle ore 18,30.