MADRID. – Prevenzione, responsabilizzazione delle famiglie e impatto della pornografia in età evolutiva. La ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Maria Roccella, ha fatto un bilancio della situazione della violenza contro le donne durante la sua audizione oggi davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, a Palazzo San Macuto a Roma.
“Tante vite possono essere salvate – ha dichiarato – Questo deve essere secondo me il faro che ci guida, come Governo e come Parlamento. Dobbiamo assolutamente favorire l’accoglienza delle donne che subiscono violenza in ogni sua manifestazione, proteggerle e aiutarle a ripartire, ad avere speranza nel futuro. Dobbiamo promuovere un’operazione di prevenzione che sia anche culturale, ma dobbiamo trovare anche gli strumenti concreti perché abbiano salva la vita”.
La violenza sulle donne, secondo la ministra, non deve lasciare indifferenti, e ha aggiunto: “Sono storie che a volte ci lasciano addosso la sensazione che si sarebbero potute evitare”. Al riguardo, Roccella ha sottolineato che “Questo Governo, per propria ferma convinzione e interpretando anche una sensibilità ampiamente condivisa, ha dedicato fin da subito una grande attenzione al contrasto della violenza maschile contro le donne”, ricordando che la premier Meloni “ha voluto intervenire personalmente alla presentazione del rendiconto dei lavori che ha fatto questa Commissione precedente, nella passata legislatura”, oltre all’aumento “di un terzo in sede della scorsa Legge di bilancio, dei fondi destinati all’attuazione del Piano nazionale antiviolenza”.
Non sono mancate delle considerazioni della ministra sulle norme vigenti: “La normativa italiana in tema di violenza è un’ottima normativa, fra le più avanzate d’Europa, però i numeri ci dicono che non è sufficiente. L’esperienza sul campo ne ha mostrato le falle. Su queste ‘smagliature’ siamo intervenuti con un Disegno di legge che abbiamo promosso con i ministri Piantedosi e Nordio. È stato varato il 7 giugno scorso dal CdM e attualmente è all’esame della Commissione Giustizia della Camera dei deputati, proprio in queste ore si sono conclusi gli emendamenti. Questa legge fa tesoro di esperienze e competenze”.
Crisi educativa
“È un testo che non si focalizza sulla repressione o sull’inasprimento delle pene, ma sulla prevenzione – ha proseguito – dota la Magistratura e le Forze dell’ordine di strumenti efficaci e allo stesso tempo responsabilizza il sistema giudiziario affinché la valutazione del rischio segua tempi stringenti”. L’obiettivo è prendere atto della specificità della violenza contro le donne, “che è qualcosa che ancora oggi non sempre è tenuta nel dovuto conto”.
Al riguardo, è necessario formare anche le famiglie: “Di fronte a quella che ha tutti i tratti di una crisi educativa che riguarda non soltanto le aree più disagiate, lo Stato non può e non deve sostituirsi ai genitori, ma deve offrire loro strumenti adeguati in maniera capillare e sollecitare anche la responsabilità educativa delle famiglie”.
Altro tema affrontato durante l’audizione è l’eventuale ruolo giocato dalla pornografia, sul quale Roccella ha le idee chiare: “Gli studi ormai ci dicono che l’età media del primo accesso dei bambini alla pornografia online è intorno ai 7 anni. Se a ciò si aggiunge l’evidenza di contenuti sempre più estremi e violenti, di nicchia, è evidente l’impatto che tutto questo può rappresentare in un’età evolutiva rispetto alla considerazione della donna e della concezione delle relazioni e della sessualità”.
“Per questo abbiamo voluto promuovere un’iniziativa di sostegno e di stimolo nei confronti delle famiglie, perché l’utilizzo dei sistemi di controllo parentale sia facilitato e incentivato, attraverso i centri per la famiglia, per un’azione di accompagnamento – ha detto – Siamo tutti convinti che la violenza contro le donne si contrasti anche con un’azione culturale, a partire dai più giovani. Credo che la limitazione dell’accesso a contenuti pornografici violenti ne sia una componente essenziale”.
Tra le altre esigenze di contrasto alla violenza sulle donne, la ministra ha evidenziato che “Spesso e troppo a lungo la violenza economica è stata sottovalutata e su questo anche è importante portare una nuova attenzione, perché si tratta di un elemento cruciale del ciclo della violenza, che accompagna altre forme di violenza e non di rado le anticipa. Oltre al fattore materiale, è anche un mezzo di forte compressione della personalità delle donne e della loro autonomia”.
“Una cosa in via di definizione, che io ritengo davvero fondamentale, è un focus sulla violenza contro le donne disabili – ha affermato Roccella – Adesso ci sarà il nuovo Osservatorio sulla disabilità, di competenza della ministra Locatelli, e vogliamo realizzare un protocollo d’intesa per un’iniziativa proprio su questo punto”.
(Redazione/9colonne)