Meloni: “Da Berlino passo indietro su Ong, no a solidarietà con i confini degli altri”

Vertice EU MED9, l'apertura dei lavori La Valletta, 29/09/2023 - Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, all'apertura dei lavori del Vertice. (Ufficio stampa)

MADRID. – Il tema migranti è stato al centro delle discussioni dell’EU MED9 di La Valletta, in particolare nel trilaterale con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e il presidente francese, Emmanuel Macron. A confermarlo il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che nelle sue dichiarazioni alla stampa al termine dell’EU MED9 è tornata sulla questione delle Ong:

“Ho avuto degli scambi con il cancelliere Scholz nella giornata di ieri, dove era aperta questa materia del Patto immigrazione e asilo. Mezzo passo indietro, per noi la redistribuzione non è mai stata la priorità, non la priorità di questo governo. Per me il problema non si risolverà mai completamente se ogni Paese pensa di scaricarlo su un altro. L’unico modo per risolvere il problema di tutti è il lavoro che noi stiamo facendo sulla dimensione esterna”.

“Dopodiché noi siamo stati molto cooperativi sul tema del Patto. L’abbiamo votato perché migliorava per noi le condizioni rispetto alle regole precedenti – ha aggiunto – ieri la Germania è arrivata con alcuni emendamenti, uno in particolare che per noi rappresenta un passo indietro. È quello che riguarda le Ong”.

La Meloni ha proseguito dichiarando che “Abbiamo chiesto di avere tempo, perché non si poteva decidere ieri così. Capisco la posizione del governo tedesco ma a quel punto se loro vogliono tornare indietro sulle regole delle Ong allora noi proponiamo un altro emendamento in forza del quale il Paese responsabile dell’accoglienza dei migranti che vengono trasportati su una nave di una Ong è quello della bandiera della nave dell’Ong”.

“Non si può fare la solidarietà con i confini degli altri”, ha affermato la premier. Non a caso, il presidente del Consiglio ha auspicato un maggiore impegno europeo sui rimpatri: “io continuo a dire che è un lavoro che deve essere fatto a livello europeo per essere davvero efficace. Vuol dire avere anche una lista dei Paesi sicuri europea”.

In generale, tuttavia, sull’immigrazione la premier ha registrato dall’incontro la “volontà di affrontare la questione con serietà, concretezza e velocità”. Al riguardo, ha specificato che una convergenza è possibile con gli altri Paesi partecipanti al Vertice, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Slovenia, Croazia e Malta. Nel suo punto stampa, Meloni ha fatto anche un bilancio sulla Tunisia.

“C’è da riprendere con forza il nostro partenariato con la Tunisia, che sta dando segnali di collaborazione importanti, ma chiaramente anche su questo bisogna essere concreti – ha detto la premier – mi pare le risorse finalmente stiano arrivando. Questo può essere un altro segnale molto importante. Chiaramente è un modello che va utilizzato in generale per i Paesi del Nordafrica”. “Quello che so io è che la settimana prossima parte la prima tranche”, ha assicurato. Sul fatto che i tunisini abbiano ottemperato agli accordi presi, invece, la premier ha affermato “Evidentemente sì”.

Altra questione aperta è quella del ruolo del Fondo Monetario Internazionale, sul quale Meloni ha commentato che “non è una cosa che penso si possa risolvere immediatamente”, aggiungendo che è in corso un dibattito sulla possibilità che le risorse europee possano essere “scollegate dall’accordo col FMI”.

Tema collegato è quello “dell’alternativa all’immigrazione illegale, che è il lavoro che va fatto con i Paesi africani. Qui si apre un altro capitolo importante che è quello della revisione del bilancio pluriennale, sulla quale la proposta della Commissione è importante in termini di cooperazione positiva con l’Africa, non predatoria. Qui c’è molta convergenza”. Al riguardo, ha sottolineato che “Una volontà sulla carta c’è”.

La premier si è soffermata anche sulle polemiche interne relative alla Nota di aggiornamento al DEF. Rispondendo alle preoccupazioni legate ai dati contenuti nella Nadef, ha commentato che “questa preoccupazione la vedo soprattutto nei desideri di chi immagina che un governo democraticamente eletto, che sta facendo il suo lavoro, che ha una stabilità, che ha una maggioranza forte, debba andare a casa per essere sostituito da un governo che nessuno ha scelto. A me diverte molto il dibattito nel quale già si fanno i nomi dei ministri tecnici. Temo che questa speranza non si tradurrà in una realtà, perché l’Italia rimane una nazione solida con una previsione di crescita superiore a quella della media europea, anche per il prossimo anno”.

Al riguardo, la Meloni, ha le idee chiare: “Lo spread ha ricominciato a scendere oggi – ha evidenziato – probabilmente dopo aver letto alcuni titoli gli investitori hanno letto anche la Nadef, che racconta numeri seri in previsione di una Legge di bilancio estremamente seria”.

“Il governo tecnico da chi dovrebbe essere sostenuto? Da quelli del Superbonus? Perché è lì che io vedo un problema per i conti pubblici italiani, non in chi le poche risorse che ha le spende per i redditi più bassi senza lasciare voragini aperte a chi viene dopo – ha concluso – La sinistra continui a fare dei ministri del governo tecnico, che noi intanto governiamo”. 

 (Redazione/9colonne)

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