MADRID.- “Un’intromissione ingiustificabile”, così ha catalogato il Ministero degli Esteri spagnolo la presenza di navi britanniche in sue acque territoriali vicine alla rocca di Gibilterra.
Nella lettera del Ministero diretto da José Manuel Albares, si fa cenno a tre gravi “incidenti”: il primo sarebbe avvenuto lo scorso 1 di agosto e riguarda la fuoriuscita di gas metano occasionata dalla nave britannica Gas Venus, nelle acque della baia di Algeciras. Il secondo risale al 14 agosto e riguarda la difficoltà incontrata dalla nave Colimbo II del Servizio di Vigilanza Doganale che, a causa di un blocco creato da tre navi del Regno Unito, non soltanto non ha potuto esercitare il suo compito di controllo ma ha anche dovuto affrontare una situazione di rischio.
La terza invece si riferisce alle persecuzioni e vessazioni subite dai pescatori della barca Mi Daniela, lo scorso 21 agosto, da parte di navi britanniche mentre si trovava in acque spagnole.
La nota di protesta riaffermava poi la posizione spagnola che, rifacendosi al trattato di Utrecht del 1713, considera che le acque di Gibilterra appartenenti alla colonia britannica siano solamente quelle che si trovano all’interno del porto.
La diatriba tra Spagna e Regno Unito per la sovranità delle acque di Gibilterra è di vecchia data e questo tipo di screzi tra i due paesi avviene abbastanza spesso.
Sebbene ci siano stati tentativi di limare le divergenze, da parte del Premier britannico Rishi Sunak e quello spagnolo Pedro Sánchez, in considerazione degli accordi post Brexit ai quali aspiravano entrambi, questo nuovo incidente rischia di irrigidire di nuovo le posizioni tra i due paesi.
Le vere vittime di queste tensioni sono in realtà i pescatori che chiedono che si trovi rapidamente un accordo che permetta loro di lavorare in pace e senza incorrere in incidenti che, temono, prima o poi potrebbero degenerare ed avere conseguenze ancora più gravi.
Redazione Madrid