Ecuador, domani al voto per le presidenziali e destino Amazzonia

El difunto candidato de Ecuador, Fernando Villavicencio (RTVE)

MILANO. – Domani gli ecuadoriani si recano alle urne e non solo devono decidere tra otto candidati alla presidenza, ma anche votare su un quesito referendario senza precedenti che potrebbe decidere le sorti dell’Amazzonia e stabilire un nuovo corso per la nazione dipendente dal petrolio.

Va detto che la campagna elettorale presidenziale si sta svolgendo in un contesto di spargimento di sangue, traffico di droga e stanchezza degli elettori. Agustin Intriago, Fernando Villavicencio, Pedro Briones sono tre importanti politici assassinati in tre settimane in Ecuador. Il profilo più alto tra loro era il candidato presidenziale e sostenitore della lotta alla corruzione Villavicencio, ucciso a colpi di arma da fuoco in pieno giorno mentre lasciava un comizio pochi giorni fa.

In cima ai sondaggi prima dell’omicidio c’era Luisa Gonzalez, 45 anni, avvocato del partito di sinistra dell’ex presidente Rafael Correa, condannato a otto anni di carcere dopo un’indagine di Villavicencio sulla corruzione, e fuggito in Belgio dove vive in esilio da sei anni.

Villavicencio, che era secondo nei sondaggi prima del suo omicidio, è stato sostituito all’ultimo minuto da un giornalista, Christian Zurita.

Va detto che l’Ecuador si trova tra i due maggiori produttori di cocaina, la Colombia e il Perù. Secondo i dati delle Nazioni Unite, quest’anno l’Ecuador ha superato la Colombia come principale esportatore di cocaina, sebbene la Colombia sia ancora il primo produttore.

L’outsider

I recenti omicidi hanno ulteriormente scosso la fiducia della popolazione nel sistema politico. Solo un candidato sembra beneficiare della crisi: Jan Topic, uomo d’affari milionario con addestramento militare, che si è posizionato come un outsider, affermando di non appartenere né alla sinistra, né al centro né alla destra politica e promettendo uno “schema decisionale completamente apolitico”.

Soprannominato “Rambo”, l’ex paracadutista e cecchino della Legione Straniera francese ha promesso di spazzare via le bande criminali e costruire più prigioni, emulando Nayib Bukele di El Salvador. Altri candidati sono l’ex vicepresidente di destra Otto Sonnenholzner e l’avvocato indigeno di sinistra Yaku Perez.

Il voto

Esercito schierato in tutto il paese per garantire il voto, che inizia domenica alle 7.00 ora locale (le 14 italiane) e si chiude alle 17.00 (mezzanotte in Italia). I risultati iniziali dovrebbero arrivare nella stessa notte, con dieci giorni per l’annuncio del conteggio finale, secondo Afp.

Il presidente Guillermo Lasso ha indetto le elezioni anticipate dopo aver sciolto il Congresso dominato dall’opposizione a maggio per evitare un processo di impeachment appena due anni dopo la sua elezione. Ci sono otto candidati in corsa, con un ballottaggio previsto per il 15 ottobre se nessuno vince a titolo definitivo. Il nuovo presidente entrerà in carica il 26 ottobre e servirà solo per un anno e mezzo.

Amazzonia

Un quesito referendario chiederà agli elettori se consentire l’estrazione mineraria nel Chocó Andino, una vasta area di terra vicino alla capitale, riporta il Guardian. I sondaggi indicano che gli ecuadoriani potrebbero ascoltare gli appelli degli attivisti e degli indigeni a porre fine al mezzo secolo di dipendenza del paese dal petrolio.

Il voto deciderà se interrompere le trivellazioni al blocco petrolifero 43, che si trova in un parco nazionale amazzonico e in una delle sacche di biodiversità più ricche al mondo. La più grande area protetta dell’Ecuador ospita anche il popolo Waorani e le ultime comunità indigene del paese in isolamento volontario, i Tagaeri e i Taromenani.

La crisi

L’Ecuador è a corto di liquidità a causa del calo delle entrate derivanti dalla riscossione delle tasse e dall’industria petrolifera. Il paese ha guadagnato 991 milioni di dollari dal petrolio tra gennaio e luglio di quest’anno, meno della metà dei 2,3 miliardi di dollari ricevuti nello stesso periodo dell’anno scorso, secondo i dati del ministero delle finanze.

La scorsa settimana, l’agenzia di rating Fitch ha declassato il punteggio di credito dell’Ecuador a CCC+, sette punti al di sotto dell’investment grade. Pur citando il rischio politico e per la sicurezza del paese, ha anche stimato un calo di 600 milioni di dollari delle entrate fiscali e un calo del 12% della produzione di petrolio se il voto favorevole avesse avuto successo.

(Cgi/askanews)

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