ROMA. – Marcello De Angelis resta al suo posto, nonostante le polemiche sollevate dalle sue posizioni sulla strage di Bologna. “L’ho incontrato ieri, in tarda serata, e dopo lunghe riflessioni e un attento e sincero confronto, ho deciso di non revocargli la fiducia. Pertanto, manterrà la direzione della Comunicazione istituzionale in Regione” ha detto il governatore del Lazio, Francesco Rocca, per poi aggiungere:
“So bene che, quanto affermato da Marcello De Angelis nei giorni scorsi in relazione alla strage di Bologna, ha offeso e turbato molti ma il suo è stato un errore dettato da un forte coinvolgimento personale e affettivo a tragiche vicende che, tutt’oggi, animano la coscienza e il dibattito politico nazionale. Il mio primo pensiero, in questi giorni, è andato ai familiari delle vittime di Bologna e a quanto una parola sbagliata possa riaprire ferite mai rimarginate”.
“Un punto rilevante su cui ci siamo soffermati a lungo – aggiunge Rocca – è quello, per me fondamentale, del rispetto delle sentenze. Nella mia vita ho sempre cercato di agire con il massimo rispetto per le opinioni altrui e per la libertà di espressione. Non ho mai censurato nessuno, ho fatto del dialogo il mio faro in qualunque tipo di attività intrapresa e cerco di ascoltare il dolore che si cela anche dietro a un passo falso”.
“Dopo una lunga riflessione – conclude Rocca – ho deciso perciò di comprendere e non allontanare una persona sinceramente addolorata e che, indubbiamente, è una valida risorsa per la mia struttura. Spero che le sue sentite scuse, già espresse sui social, arrivino a tutti quanti con la stessa forza e autenticità che ho percepito io”.
“So per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini” aveva detto De Angelis, ex terrorista nero cognato dell’ex Nar Luigi Ciavardini, per poi scusarsi ieri “con quelli – e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine – a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili”.
E ammettere di essere “animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l’accertamento della verità, con l’utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo”. Il riferimento è a Nanni De Angelis, allora militante di Terza Posizione come il fratello Marcello, morto a ventidue anni nel carcere di Rebibbia il 5 ottobre 1980.
Le opposizioni chiedono le dimissioni
Non soddisfatte le opposizioni, che avevano invocato a gran voce le dimissioni: ”Abbiamo depositato la richiesta di Consiglio straordinario sulle gravissime affermazioni del responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio Marcello De Angelis – annunciano i capigruppo di minoranza in Consiglio regionale –
Chiediamo che il consiglio sia convocato quanto prima per riportare nelle giuste sedi istituzionali una discussione e una decisione che non può essere demandata ad un colloquio tra il presidente e il suo più stretto collaboratore. Dal paragone con Giordano Bruno alle scuse insufficienti, De Angelis non può rimanere al suo posto a guidare la comunicazione istituzionale della Regione Lazio”.
(Redazione/9colonne)