ROMA. – Una relazione di amicizia basata su valori democratici condivisi, alimentata anche dalla presenza di un’ampia collettività di origine italiana che è ormai parte integrante del popolo cileno. È questo il messaggio lanciato ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Santiago del Cile, durante la sua lectio magistralis “America Latina ed Europa: due continenti uniti per la pace, la democrazia, lo sviluppo” presso l’Università del Cile.
Al riguardo, il capo dello Stato ha sottolineato che “come in Europa, così in America Latina, va pronunciato con forza il ‘no’ ad ogni negazionismo, brodo di coltura di nostalgie autoritarie”. Non è mancata una sua riflessione sulla storia del Cile. Dopo aver ricordato il sacrificio del presidente cileno Salvador Allende, morto durante il golpe del 1973, Mattarella ha rievocato il ruolo dell’allora ministro degli Esteri Aldo Moro:
“Voglio ricordare un telegramma del Ministro degli Affari Esteri italiano dell’epoca, Aldo Moro, all’ambasciata in Cile, allora classificato segreto e datato 14 ottobre 1973, con cui si dava autorizzazione, contravvenendo alla prassi, di offrire asilo politico anche ai non connazionali”.
E ha proseguito sottolineando il ruolo dell’Ambasciata italiana come “punto di riferimento per centinaia di perseguitati, offrendo loro rifugio e salvandone la vita”. Il presidente della Repubblica ha affermato, inoltre, che “l’Europa, debitrice largamente verso l’America Latina del suo sviluppo, non sempre ha saputo guardare a questo continente con sufficiente lungimiranza e sagacia”.
Pace: l’America Latina un esempio da seguire
Per quanto riguarda la situazione internazionale, il capo dello Stato si è soffermato sulla situazione del conflitto russo-ucraino: “la libertà commerciale è, naturalmente, parte rilevante delle libertà di cui si nutrono i rapporti tra Paesi. Ed è un elemento che accresce le interdipendenze tra Stati, che restituisce i conflitti al loro autentico sconsiderato carattere. Lo misuriamo oggi con le conseguenze delle tensioni geopolitiche derivanti dall’insensata aggressione della Federazione Russa all’Ucraina”.
E proprio l’America Latina, secondo Mattarella, può essere un esempio da seguire per favorire la pace: “l’America Latina ha saputo essere all’avanguardia sul terreno della pace, con un trattato, nato dopo la crisi di Cuba del 1962, che fa del continente la più grande area libera da armi nucleari. L’Agenzia per la proibizione delle armi nucleari in America Latina e nei Caraibi (Opanal), nata con il Trattato di Tlatelolco del 1967”.
Altro tema affrontato è quello del clima, sul quale ha dichiarato che “Se vogliamo evitarne le conseguenze nefaste, se vogliamo lasciare alle future generazioni un pianeta dove l’umanità possa vivere e prosperare in pace, dobbiamo fin d’ora compiere progressi decisivi verso un’economia sostenibile, senza emissioni nette di gas serra nell’atmosfera”.
Il ruolo degli italiani in Cile
Uno dei primi appuntamenti della visita di Stato di Mattarella, è stato allo stadio italiano di Santiago dove ha incontrato una rappresentanza della comunità italiana, a riprova del ruolo fondamentale che ricoprono gli italiani che emigrarono – ed emigrano ancora – nel Paese sudamericano.
“Gli italiani venuti a vivere in Cile e i cileni di origine italiana che sono pienamente cileni, ma mantengono l’affetto per le loro origini: questo è un elemento di collegamento umano storico tra i nostri Paesi che rende ancor più forte la sintonia che intercorre fra Cile e Italia”, afferma il Capo dello Stato al termine del colloquio con il Presidente Boric.
La visita di Stato in Cile “è anche l’occasione per sottolineare l’eccellenza dei rapporti di amicizia e di collaborazione che intercorrono tra il Cile e l’Italia”, sottolinea Mattarella ricordando il rapporto di interscambio economico e commerciale tra i due Paesi, che “nasce dal fatto che i nostri sistemi economici sono complementari. Dalla collaborazione fra tante nostre aziende, intendiamo accrescere questa collaborazione”.
(Redazione/9colonne)