Si allarga la polemica per casi di frode elettorale in Spagna, coinvolti 2 socialisti

MADRID — Dopo Melilla, ora c’è il caso di Mojácar (Almería). Ormai sul rettilineo finale, la campagna elettorale spagnola in vista delle amministrative e comunali di domenica è stata scossa nelle ultime ore da una polemica, sempre più intensa, legata ad almeno due inchieste su tentativi di frode elettorale, venuti alla luce in questi giorni. Stando ai media iberici, nell’enclave nordafricana almeno nove persone sono finite temporaneamente in manette come sospettati di aver cercato di mercanteggiare irregolarmente con voti emessi per corrispondenza, tra queste un assessore e candidato di Coalición por Melilla (CPM). A Mojácar, invece, due candidati nella lista locale del Partito Socialista (PSOE) sono stati arrestati insieme ad almeno altre quattro persone per motivi simili.

Il caso emerso più recentemente è proprio quello di questa località andalusa, amministrata negli ultimi quattro anni da una sindaca del Partito Popolare (PP). Gli inquirenti della Guardia Civil incaricati del caso hanno rilevato l’esistenza di una trama intenta a “comprare” illegalmente voti di cittadini che avevano chiesto di poter utilizzare il sistema per corrispondenza.

Secondo El País, i due detenuti candidati del PSOE sono due imprenditori, uno dei quali militanti del partito e l’altro presente in lista come candidato esterno. La direzione della formazione del premier Pedro Sánchez ha promesso “massima severità” nel gestire queste situazioni.

Il caso di Melilla, invece, vede tra gli implicati Mohamed Ahmed Al-lal, assessore ai Distretti, alla Partecipazione e ai Giovani nonché esponente di CPM, formazione locale alleata di partiti di centrosinistra. Dopo che la notizia del suo coinvolgimento nell’inchiesta è venuto alla luce, il politico è stato estromesso dal governo locale dal presidente dello stesso, Eduardo de Castro.

Stando alla radio Cadena Ser e a Rtve, nello stesso caso sono anche coinvolte almeno due persone che avrebbero cercato di procacciare irregolarmente voti in favore del Partito Popolare (centrodestra). “È tutto falso, noi non c’entriamo nulla”, ha però detto il leader locale della formazione, Juan José Imbroda.

Gli episodi di Mojácar e Melilla sono stati al centro del dibattito politico odierno, condito da accuse incrociate e prese di distanza rispetto alle presunte irregolarità. Il PP è ad esempio andato all’attacco. “Il Partito Socialista non ha rispettato le regole democratiche”, ha dichiarato il coordinatore generale della formazione Elías Bendodo, che ha anche chiesto a Sánchez di “richiamare all’ordine” i suoi.

Una presa di posizione a cui ha fatto eco anche quella del leader di Vox, Santiago Abascal.

Redazione Madrid

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