Clima, Onu: oltre due milioni di morti per eventi estremi in mezzo secolo

Un iceberg si va sciogliendo sulla costa di Innaarsuit, ad Avannaata in Groenlandia.
Un iceberg si va sciogliendo sulla costa di Innaarsuit, ad Avannaata in Groenlandia. EPA/KARL PETERSEN DENMARK OUT

MADRID. – Gli eventi estremi legati a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche hanno causato nel mondo 11.778 disastri segnalati tra il 1970 e il 2021, con oltre 2 milioni di morti e 4,3 trilioni di dollari di perdite economiche, secondo un nuovo report dell’Organizzazione mondiale della meteorologia (Wmo), che fa capo alle Nazioni Unite.

Un tema di grande attualità in questi giorni anche nel nostro Paese, con la tremenda alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna.

Secondo gli esperti, le perdite economiche sono aumentate vertiginosamente, ma il miglioramento delle allerte precoci e la gestione coordinata dei disastri hanno ridotto drasticamente il bilancio delle vittime umane nell’ultimo mezzo secolo. Oltre il 90% dei decessi segnalati in tutto il mondo si sono verificati nei paesi in via di sviluppo.

Gli Stati Uniti da soli hanno sostenuto 1,7 trilioni di dollari di costi, pari al 39% delle perdite economiche mondiali negli ultimi 51 anni. Ma i paesi meno sviluppati ei piccoli stati insulari in via di sviluppo hanno subìto un costo sproporzionatamente elevato rispetto alle dimensioni delle loro economie.

Il Wmo ha pubblicato i nuovi dati per il Congresso meteorologico mondiale quadriennale, che si apre oggi con un dialogo ad alto livello sull’accelerazione e il potenziamento dell’azione per garantire che i servizi di allerta precoce raggiungano tutti sulla Terra entro la fine del 2027.

L’iniziativa di allerta precoce delle Nazioni Unite per tutti è una delle massime priorità strategiche che dovrebbe essere approvata dal Congresso mondiale della meteorologia, il massimo organo decisionale del Wmo. La sessione ad alto livello, aperta dal presidente svizzero Alain Berset, riunisce i più alti rappresentanti delle agenzie delle Nazioni Unite, delle banche di sviluppo, dei governi e dei servizi meteorologici e idrologici nazionali responsabili dell’emissione di allerta precoce.

Le allerte precoci che salvano vite

“Le comunità più vulnerabili purtroppo sopportano il peso maggiore dei rischi meteorologici, climatici e legati all’acqua”, ha affermato il segretario generale del Wmo Petteri Taalas. “La tempesta ciclonica estremamente violenta Mocha ne è un esempio. Ha causato vaste devastazioni in Myanmar e Bangladesh, colpendo i più poveri tra i poveri. In passato, sia il Myanmar che il Bangladesh hanno subito decine e persino centinaia di migliaia di vittime. Grazie alle allerte precoci e alla gestione dei disastri, questi tassi di mortalità catastrofici sono ora per fortuna storia passata. Le allerte precoci salvano vite”.

Il Wmo ha aggiornato il suo Atlante della mortalità e delle perdite economiche dovute a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche estreme, che inizialmente coprivano il periodo di 50 anni 1970-2019. I decessi registrati per il 2020 e il 2021 (22.608 decessi in totale) indicano un’ulteriore diminuzione della mortalità rispetto alla media annuale del decennio precedente. Le perdite economiche sono invece aumentate, la maggior parte delle quali attribuite alla categoria delle tempeste.

(Redazione/9colonne)

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