Spagna, indagini in corso per presunti tentativi di frode elettorale a Melilla

MADRID — Schede elettorali rubate. Postini sotto scorta. Voti comprati a famiglie vulnerabili. Negli ultimi giorni hanno fatto scalpore in Spagna alcuni episodi legati a un fenomeno di possibili frodi elettorali a Melilla, sui quali sono in corso indagini della polizia. Il sospetto è che nei tentativi di brogli, che come anche in passato starebbero avvenendo alla vigilia delle elezioni nell’enclave, previste per il 28 maggio, sia coinvolto più di un partito. Le autorità hanno preso provvedimenti per evitare ulteriori situazioni fraudolente.

Come spiega la stampa spagnola, i casi di possibili irregolarità elettorali non rappresentano certo una novità a Melilla. Anche in tornate precedenti, sono stati riportati movimenti di compravendita illegale di voti, situazioni di cui anche parte della cittadinanza è conoscenza. Il meccanismo applicato a tal fine, di solito, prevede che delinquenti comuni procaccino voti in cambio di soldi per conto di organizzazioni politiche, spesso concentrandosi sugli abitanti delle zone più sfavorite per cercare di ottenerli sfruttando il loro diritto a chiedere di votare per posta, racconta tra gli altri El País.

Proprio questo quotidiano ha pubblicato un messaggio vocale di Whatsapp in cui si sente chiaramente una persona proporre all’interlocutore di acquistare il proprio voto. “Guarda, se tu, tua moglie, la tua famiglia, etc… volete votare, portami i voti, che te li compro tutti”, si ascolta. Generalmente, la pratica irregolare è stata portata a termine grazie al fatto che, fino all’introduzione di recenti accorgimenti, veniva permesso che un solo cittadino consegnasse alle poste più di un voto emesso per via postale.

Ma i fattori che hanno portato ad accendere specialmente le luci dei riflettori mediatici su questo fenomeno sono stati episodi denunciati recentemente nei quali alcuni postini incaricati di distribuire i voti per posta sono state vittime di assalti da parte di malviventi intenzionati a rubare le schede elettorali. Circa 80 voti sono stati sottratti, stando a quanto si legge su alcuni media.

Alla luce di tali fatti, le autorità hanno disposto diverse misure preventive, come la messa sotto scorta da parte della polizia dei postini incaricati della distribuzione dei voti e maggiori controlli delle identità e dei documenti da parte degli uffici postali nei confronti dei cittadini che chiedono il voto per corrispondenza.

Stando a quanto spiegato dalla delegata del governo centrale a Melilla, Sabrina Moh, nell’enclave hanno chiesto di votare attraverso questa modalità circa 11.000 persone, ovvero il 20% degli aventi diritto. Una cifra che che potrebbe corrispondere ai voti necessari per l’elezione di 10 o 11 deputati sui 25 dell’Assemblea di Melilla. “Abbiamo impedito il tentativo di frode”, ha assicurato, “un processo elettorale pulito è garantito”.

Mentre un tribunale indaga sui fatti denunciati, i principali partiti locali si sono lanciati a vicenda accuse di aver partecipato a tentativi di brogli elettorali. Stando alla Cadena Ser, gli inquirenti calcolano che per gli acquisti illegali di voti sia stata impiegata una somma pari a un milione di euro.

Redazione Madrid