Azione contro l’abuso d’ufficio: “Abrogarlo, inibisce il lavoro degli amministratori”

ROMA. – Abrogare il reato di abuso d’ufficio, sostituendolo con una sanzione amministrativa da mille a 15mila euro, aumentata nel caso in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di particolare gravità. Lo prevede la proposta di legge presentata oggi da Azione, su iniziativa di Enrico Costa, in una conferenza stampa alla presenza di Carlo Calenda.

A partire da questa PdL, ha spiegato il leader di Azione, “inizierà una campagna di civiltà perché non è possibile che i sindaci abbiamo paura di agire: poi non ci lamentiamo se non ci fanno le cose”. Secondo gli ultimi dati disponibili dell’ISTAT, nel 2017 sono stati avviati 6500 procedimenti per il resto di ufficio, di cui solo 57 si sono conclusi con condanne definitive: “Nessuno risarcisce però l’aspetto umano e il disimpegno” spiega Calenda.

Cosa accade quando scatta l’abuso d’ufficio

Costa, primo firmatario della proposta di legge, spiega invece che “vorrei andare in giro per l’Italia a spiegare la ragione di questa proposta, perché è importante fare toccare con mano cosa capita quando scatta l’abuso di ufficio”. Un procedimento in cui incappano spesso sindaci di piccoli comuni “e il filo conduttore è la colpa della politica: l’opposizione spesso fa l’esposto, si prende il titolo sui giornali ma lascia lavorare i magistrati invece che fare una denuncia politica”.

La proposta di abrogare il reato è necessaria secondo Costa perché “il problema non è la condanna che non arriva mai ma il fango, i tempi lunghi, il costo sociale. So che il ministro Nordio la pensa così, mi dicono che la Lega abbia delle resistenze ma mi chiedo se non sia una contraddizione visto che nel frattempo lavora alla semplificazione nel codice degli appalti”.

(Redazione/9colonne)

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