“L’Italia in 10 selfie”: un modello di leadership nel mondo

ROMA. – Leader nell’economia circolare, modello di efficienza che ha dato i natali al più grande operatore al mondo nelle rinnovabili. E ancora, prima esportatrice in Europa nel campo della moda e prima in Europa per fatturato nel campo del design.

Poi, prima al mondo per saldo commerciale nella cantieristica navale e leader mondiale nella produzione di vino. Inoltre, detiene il primato mondiale nell’export di dispositivi per la preparazione di bevande calde e la cottura di cibi e lo stesso primato nel mondo delle tecnologie ultravioletti e infrarossi in campo biomedico. Infine, è protagonista dello sportsystem europeo.

E’ l’Italia, fotografata nei “10 selfie”, rapporto realizzato e promosso da Fondazione Symbola in collaborazione con Unioncamere e Assocamerestero con il Patrocinio del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del ministero delle Imprese e del Made in Italy e molti partner.

Presentato oggi a Roma, il report è già stato tradotto in sette lingue (inglese, francese, spagnolo, tedesco, cinese, giapponese, arabo) e distribuito a livello internazionale dalla rete delle ambasciate italiane all’estero e dalla rete delle camere di commercio estere che amplificheranno nei paesi di riferimento i contenuti del lavoro.

I punti di forza del Paese

La ricerca racconta ogni anno 10 punti di forza del Paese, dai primati nell’economia circolare a quelli nel design, ai primati dell’export del Made in Italy. “Sapere che siamo campioni in tutti questi comparti contribuisce a definire l’immagine di un’Italia poliedrica”, ha dichiarato in un videomessaggio Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, durante la presentazione del Rapporto, avvenuta stamani a Roma.

“Il Made in Italy – ha continuato – si conferma modello di capitalismo diffuso capace di leadership come nessun altro paese al mondo. Il nostro sistema sta diventando un modello che stupisce i nostri interlocutori internazionali”. “L’Italia ha un difetto cronico, vede le sue criticità ma non vede i suoi punti di forza – ha evidenziato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – C’è un modo tutto italiano di fare economia che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie, legami con territori e comunità”. Secondo Realacci “c’è molto da fare, ma da qui possiamo partire per affrontare non solo i mali antichi ma anche il futuro e le sfide che ci pone”.

Il saper fare italiano

Le caratteristiche elencate dal presidente Symbola non sono sempre presenti nelle menti di chi nel Belpaese ci vive, ma sicuramente sono molto apprezzate da chi questo Paese lo sogna da lontano. La pensa così Mauro Battocchi, vice Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese della Farnesina, il quale all’estero ci ha trascorso gli ultimi 10 anni:

“Dobbiamo essere consapevoli delle nostre forze per proiettare all’estero una visione adeguata del nostro Paese”, ha chiosato. E questi punti di forza che caratterizzano il saper fare italiano, ha spiegato Domenico Mauriello, Segretario generale Assocamerestero, “vanno rafforzandosi nel corso del tempo e sono essenziali per i circa 250 milioni di italici nel mondo”.

“Le Camere di Commercio italiane all’estero arricchiscono questi dati con le storie degli imprenditori italiani che operano in quei territori nel mondo”, ha continuato Mauriello, puntando il dito verso l’Italian sounding, quell’imitazione italiana da contrastare “educando i consumatori esteri affinché sappiano riconoscere il vero Made in Italy”.

(Redazione/9colonne)

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