Osservatorio CNA, bene l’export. Tajani: “Sosteniamo le nostre imprese”

Il ministro Antonio Tajani durante la presentazione dell’Osservatorio CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) Export 2023.

ROMA. – Ottimi risultati per l’export italiano nel 2022 con buone prospettive anche per l’anno in corso, grazie ad un sistema economico adattativo, che di fronte alle avversità reagisce, adattandosi, e si migliora. Una realtà che esprime a livello internazionale grandi eccellenze non solo nei settori tradizionali.

E’ quanto emerge dalla presentazione dell’Osservatorio CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) Export 2023, avvenuta stamani. “L’export è uno strumento indispensabile – ha dichiarato Antonio Tajani, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, durante il suo intervento – Abbiamo 4 milioni di PMI che hanno il diritto di essere sostenute dell’internazionalizzazione”.

Tajani ha ribadito la presenza, nel Belpaese, di un “saper fare straordinario” che nessuno, finora, è riuscito ad eguagliare. Per questo, ha evidenziato il titolare della Farnesina, è necessario “esplorare nuovi mercati e trovare nuovi partner” per “favorire export e internazionalizzazione al di fuori dei confini nazionali”.

L’Italia guarda al mondo quasi a 360°: dai Balcani all’Africa del Nord, arrivando anche all’area indopacifica. Anche l’Egitto è un’area di forte interesse economico ma, ha chiosato il ministro degli Affari Esteri, “non rinunciamo a chiedere giustizia per Giulio Regeni e per Patrick Zaki”.

Export in crescita nel 2022

Venendo ai dati, illustrati da Marco Baldi, responsabile Area studi e ricerche CNA: l’export ha visto una crescita del 22% nel 2022 con 630 miliardi di euro di fatturato. In questo contesto, le PMI sono il 98% delle imprese manifatturiere esportatrici.

Il peso delle esportazioni rispetto al Pil ha raggiunto il 37,1%, più della Francia ma meno di Germania e Spagna. Quasi l’80% degli esportatori è presente nell’Unione europea, mentre circa la metà sono attivi anche in paesi europei extra Ue.

A fronte dei risultati positivi, l’export e l’internazionalizzazione non mancano di criticità per quanto riguarda il rapporto con le imprese che vogliono proiettarsi all’estero. “Dobbiamo ampliare la platea delle aziende esportatrici, consolidare le quote di mercato delle imprese che già esportano e sostenere quelle imprese costrette, per varianti esogene, a riposizionarsi sul mercato – ha dichiarato Roberta Datteri, vicepresidente nazionale CNA – Abbiamo 90mila aziende che vorrebbero proiettarsi sul mercato estero, ma non lo fanno per mancanza di certezze e incentivi esaurienti”.

Gli strumenti per le imprese

Tra gli strumenti che, secondo Datteri, necessitano le PMI per arrivare sui mercati internazionali, si trovano: “stabilità negli strumenti e negli incentivi agli investimenti, adattati alla realtà economica attuale”; “disponibilità delle risorse”; “formazione” e “un’impalcatura normativa a livello aziendale semplice e chiara”.

E’ d’accordo con questa visione Pasquale Salzano, presidente SIMEST, che vede nella formazione uno “strumento con funzione determinante”; Matteo Zoppas, presidente di ICE-Agenzia, sostiene poi come sia necessario “formare export manager per aiutare le imprese a sbarcare sui mercati esteri”.

“L’Italia è un’eccellenza in tutti i campi – ha chiosato Alberto Luigi Gusmeroli, deputato della Lega, presidente della X commissione Attività produttive della Camera – per questo dobbiamo sostenere quelle imprese che vogliono sbarcare sui mercati esteri”.

“Gli artigiani non sono stati spezzati nemmeno dal Covid-19. È un mondo che viene dato per scontato e ci si stupisce della sua resilienza – è quanto evidenziato da Dario Costantini, presidente CNA al termine dell’evento – C’è fame di Italia nel mondo e con qualsiasi cosa abbia a che fare con il Made in Italy”.

(Redazione/9colonne)

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