Spagna, i rapporti con Bildu al centro di un dibattito interno nel PSOE

Il governo del presidente Sánchez dovrà superare l’ostacolo rappresentato dall’intransigenza di “Unidos Podemos”, rassicurare il resto degli alleati e frenare chi, nel Psoe, vorrebbe andare a elezioni anticipate

MADRID — Un vecchio dibattito per una nuova sfida elettorale. I primi giorni ufficiali della campagna in vista di amministrative e comunali del prossimo 28 maggio in Spagna sono stati caratterizzati da una polemica per le candidature di persone con un passato legato al gruppo terroristico Eta nelle fila della formazione indipendentista basca Bildu. Una discussione che mettere in luce diversità di vedute anche all’interno del Partito Socialista (PSOE), che proprio con questa forza politica ha stretto patti politici nel corso della legislatura in corso. Come già in precedenti occasioni, una delle voci più critiche con questa linea è stata quella di Emiliano García-Page, presidente della Castiglia La Mancia attualmente a caccia di un nuovo mandato.

Il momento in cui è emerso più chiaramente il malessere di Page con la politica degli accordi con forze secessioniste come Bildu è avvenuto ieri nel corso di un comizio dei socialisti a Puertollano (Ciudad Real), dove era presente anche il premier Pedro Sánchez. “Io esercito la libertà di coscienza, per poter dire che mi vedrete sempre in una lotta contro tutti i tipi di privilegi. E quando alcuni in Spagna, chiaramente gli indipendentisti, cercano di fare i loro comodi, e cioè che gli altri non abbiano le stesse cose che hanno loro, alzerò sempre la voce”, ha detto il primo parlando alla platea presente, in un intervento ripreso da diversi media.

“A maggior ragione — ha continuato — se questi indipendentisti in un qualche momento hanno preso in mano una pistola. Io con gli assassini dell’Eta non voglio avere niente a che vedere”.

Queste parole sono appunto interpretabili come una parziale presa di distanza dalla strategia dell’attuale direzione socialista, in mano proprio a Sánchez, che prevede la possibilità di cercare sponde con gruppi come Bildu in caso di necessità per avere numeri parlamentari sufficienti nel portare avanti il proprio programma legislativo. Del resto, non è la prima volta che il leader della Castiglia La Mancia cerca di distinguersi come profilo indipendente tra le fila del PSOE.

Rispetto alla questione delle liste di Bildu con ex membri dell’Eta, una situazione denunciata in particolare da una parte delle vittime dell’Eta oltre che da diversi esponenti della destra e dell’estrema destra, i socialisti hanno inizialmente cercato di mantenersi in posizione più decentrata. Anche se poi il presidente stesso è stato interpellato a riguardo. “Ci sono cose che possono essere legali, ma non sono moralmente accettabili”, ha risposto a proposito venerdì scorso.

Oggi, nel corso di un altro meeting elettorale, Sánchez è tornato sull’argomento, cercando di utilizzarlo per sferrare un attacco ai suoi avversari. “Tutte le volte che la destra non ha nulla da offrire alla Spagna e agli spagnoli”, ha affermato, “tutte le volte che stanno per perdere le elezioni, che è ciò che accadrà il 28 maggio, usa sempre lo stesso argomento, quello dell’Eta”.

Sul tema, quasi in contemporanea, si è pronunciato anche il leader popolare Alberto Núñez Feijóo. “Qualcuno deve dire a Sánchez che se Bildu non è moramente accettabile, allora anche stringerci accordi insieme non lo è”, ha detto. Ancor più dura la collega di partito Isabel Díaz Ayuso, che aspira a un terzo mandato come presidente regionale di Madrid: in conversazione con cronisti, ha sostenuto che si dovrebbe valutare anche una “possibile dichiarazione di illegalità” per la formazione basca. La stessa posizione trova d’accordo Vox.

Redazione Madrid

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